Il mercato azionario ne sa più di tutti

- 10/02/2023
Una delle previsioni più consensuali offerte negli ultimi mesi è stata: «sta per arrivare la recessione». Erano d'accordo tanto gli economisti, che nell'ultimo anno hanno sistematicamente cannato per difetto le stime di buste paga mensilmente generate dall'economia americana; sia gli investitori, che speravano in una contrazione ciclica per indurre le banche centrali a più miti consigli.
Il titolo scelto per l'Outlook di quest'anno di AGE Italia non era certo casuale: gli investitori letteralmente facevano il tifo per la recessione. E nel frattempo, coerentemente, sono rimasti ai margini del listino azionario: perché recessione vuol dire tassi in rientro e multipli di nuovo in espansione (forse; molto forse; perché il P/E si è concesso da mesi una licenza rispetto ai rendimenti reali); ma anche EPS in calo.
Ma il mercato, che ne sa sempre più della somma delle menti di tutti gli investitori, da tempo aveva subodorato il tranello. Nel momento in cui, per la prima volta in sessant'anni, gli economisti raggruppati nel SPF della Federal Reserve anticipavano una recessione, in borsa i settori ciclici del mercato sovraperformavano i temi difensivi: da ottobre dello scorso anno. Con il rapporto Ciclici/Difensivi che procede verso i massimi di inizio 2022.
E non è un caso che il PMI manifatturiero (linea rossa, scala di sinistra) abbia curvato verso l'alto, dimostrando ora un vistoso ritardo. Sorprese sono da aspettarsi nell'Eurozona nei mesi a venire, ma non certo nel senso atteso tuttora dalla maggioranza (va bene, meno plebiscitaria rispetto ad uno-due mesi fa).
A livello MSCI i temi ciclici hanno surclassato nelle ultime cinque settimane i temi difensivi del 17%. Uno scostamento che non si conseguiva da marzo 2009. Al termine di una recessione e di un bear market devastanti.