Dax / Eurostoxx
Pile scariche per il Dax

Il rialzo dei listini azionari delle ultime settimane ha compiuto in alcuni casi autentici prodigi. Come negli Stati Uniti, dove lo S&P è passato nel primo quarto dell'anno da una perdita a doppia cifra rispetto al 2015, ad un saldo annuale positivo. Basti a tal proposito rilevare come, dal 1928 ad oggi, questa circostanza riuscita una sola altra volta, nei lontani Anni Trenta.
Il rialzo, tuttavia, pare avere adesso il fiato corto. Le prime resistenze stanno contenendo il mercato, al quale manca ora il contributo addizionale dei "ritardatari", proprio perché, allo stato attuale, sono salite quasi tutte le azioni. Altro indice di grande interesse il Dax tedesco.

Non sfugge, infatti, come i due massimi più rilevanti sul DAX degli ultimi dodici mesi, siano stati conseguiti in condizioni analoghe di ampiezza di mercato: le società tedesche in uptrend - vale a dire la cui quotazione si colloca sopra la propria media mobile a 50 giorni - risultano 25, su 30 del paniere dell'indice ristretto della borsa di Francoforte. Ciò non è ovviamente condizione sufficiente per parlare di top acquisito, ma in simili circostanze le "antennine" degli investitori sono ben drizzate.
C'é un altro aspetto che nell'immediato suggerisce l'opportunità di una pausa, o quantomeno la limitatezza di ulteriori progressi degni di nota.
La volatilità è scesa in misura molto consistente. Il VDax, ad esempio, è sceso fino ad una deviazione standard dalla media mobile di lungo periodo. In linea di principio, quando la volatilità è oggettivamente bassa, il mercato azionario teutonico tende a registrare i suoi massimi.

Sarà difficile, in simili circostanze, avere pienamente ragione della resistenza che da giorni impegna l'indice DAX sopra i 10000 punti. Meglio prima ricaricare le batterie...

Classe 1971, laurea cum laude in Economia e Commercio con una tesi di laurea sull'analisi tecnica dei titoli di borsa, si interessa da oltre venticinque anni di tecniche di analisi dei mercati finanziari. Continua...