Pianeta America
A Wall Street è ancora "effetto Bond"

Gli indici di Borsa americani restano in marginale ribasso e recuperano quindi dai minimi di seduta. L’azionario sia ieri che oggi e’ stato ampiamente influenzato dal mercato obbligazionario ed e’ proprio il ridimensionamento dei rendimenti dei titoli di Stato americani dai massimi di sei mesi ad agevolare il recupero dei listini.
Lo S&P 500 ha più volte testato questa mattina il supporto di breve termine, che corrisponde alla media a 50 giorni, a quota 2080, ed e’ riuscito a conservare il livello da cui ha poi rimbalzato, come nota Kenneth Polcari, direttore delle operazioni sul floor per O’Neil Securities.
I titoli di Stato americani hanno subito l’influenza del movimento dei bund tedeschi, sotto pressione nelle ultime settimane per ragioni che alcuni attribuiscono alle aspettative di un aumento dell’inflazione nella zona euro, che avrebbe ormai toccato i minimi. Diversi investitori rifiutano di acquistare bond fino a che la fase di ribassi sarà completata anche se gli alti rendimenti hanno attirato oggi i gestori in cerca di occasioni. Tuttavia Goldman Sachs avverte che i titoli di stato a lunga scadenza non sono un buon investimento mentre PIMCO ad aprile ha incrementato l’esposizione ai T-bond per il suo Total Return Fund.

Gli indici americani intanto continuano a muoversi entro una banda di oscillazione limitata e rispettano quindi le resistenze e i supporti. Secondo Kenny nel breve l’unico fattore in grado di condizionare il movimento degli indici sara’ il futuro della Grecia, dato che la stagione degli utili e’ terminata e non avremo ulteriori indicazioni dalle aziende USA fino a luglio. Kenny non si aspetta un default tecnico della Grecia, prevede un accordo all’ultimo momento sulle riforme ma sottolinea che fino a che non avremo una conferma noteremo ancora nervosismo e tensione sui mercati.

In settimana i numeri più attesi sono quelli sulle vendite al dettaglio, monitorati con attenzione soprattutto da chi non crede che i numeri sul mercato del lavoro siano poi così positivi. per questo nelle prossime settimane investitori ed analisti saranno in cerca di indicazioni sull’occupazione nei vari dati economici in arrivo, con la speranza che nel rapporto sull’occupazione di maggio non vedremo una revisione al ribasso dei numeri di aprile.

Con Kenny ho parlato anche di un tema che sta dominando la conversazione qui a Wall Street: l’esito elettorale in Gran Bretagna. Secondo quanto riferisce Politico, alcuni dirigenti di Wall Street notano come le politiche anti banche e contro i ricchi del partito laburista abbiano contribuito alla sconfitta di Ed Miliband in Gran Bretagna e potrebbero risultare nocive anche ai canditati alle elezioni presidenziali qui negli Stati Uniti. Kenny, come tanti altri che lavorano a Wall Street, spera che la campagna che negli ultimi 6-7 anni ha avuto un impatto sull’attività finanziaria, arrivi presto ad una fine. E’ necessario un cambiamento di direzione, la regolamentazione del sistema finanziario si e’ rivelata troppo restrittiva e Wall Street non riesce più ad operare come una volta, nota ancora Kenny. Wall Street e’ una parte integrante non solo dell’economia locale newyorchese ma anche dell’intera economia americana e, come ben sappiamo, ha delle ripercussioni – e spesso non solo negative – sull’intera economia globale.

* Lina Cagossi è video blogger @insidetheexchange.com. 

 

Classe 1971, laurea cum laude in Economia e Commercio con una tesi di laurea sull'analisi tecnica dei titoli di borsa, si interessa da oltre venticinque anni di tecniche di analisi dei mercati finanziari. Continua...