A Wall Street gli indici ripiegano dai massimi

- 04/03/2015
Gli indici di Borsa americani tornano a perdere terreno e rintracciano dai massimi toccati ieri, record per Dow Jones e S&P 500 e un ritorno al di sopra dei 5 mila punti per la prima volta dal 2000 per il Nasdaq (e la terza volta in assoluto in chiusura). Massimi che quindi gli indici torneranno probabilmente a testare nei prossimi giorni e da cui si allontanano in una seduta povera di spunti e che precede giornate dense di dati economici importanti. Oggi in mancanza di dati economici gli operatori si sono concentrati sull’intervento del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu al Congresso USA e sui dati – deludenti – relativi alle vendite di automobili di febbraio.
Il Nasdaq di nuovo a 5 mila punti ha solo una valenza psicologica, sottolinea Kenneth Polcari, direttore delle operazioni sul floor per O’Neil Securities, non ci dice molto sulla performance del Paese o dell’economia dato che resta la disconnessione tra il messaggio che ci arriva dall’economia e quello che ci arriva dai mercati. E’ vero anche che i 5 mila del Nasdaq del 2015 sono differenti dai 5 mila del marzo del 2000. L’umore del paese e’ differente, l’umore dei mercati e’ differente, non siamo nel pieno di una bolla Internet speculativa che aveva portato sui mercati tanta esuberanza (ingiustificata), sottolinea Kenny. Nel 2015 la quota 5 mila appare senza dubbio più realistica anche se forse per un segnale più’ forte dobbiamo aspettare il raggiungimento dei massimi di sempre (in chiusura) di 5048,62 toccati il 10 marzo del 2000.
Dall’economia continuano ad arrivare segnali contrastanti, vedi i dati economici pubblicati nelle ultime settimane. Gli ultimi dati sulle spese per consumo ci confermano che gli americani preferiscono risparmiare e non utilizzare i soldi risparmiati grazie al calo dei prezzi della benzina. Sono ancora preoccupati, temono il futuro, di perdere il lavoro, sono preoccupati per la stagnazione dei salari e per l’andamento dell’inflazione.
Domani arriveranno le prime indicazioni dal mercato del lavoro dai dati di ADP relativi all’occupazione nel settore privato e le stime sono per una creazione di 220 mila posti. Venerdì invece leggeremo i dati completi sul mercato del lavoro di febbraio pubblicati dal Governo da cui potrebbe emergere la creazione di 225 mila nuovi posti, secondo le previsioni degli economisti. Un numero solido, sottolinea Kenny che pero’ ricorda che per avere segnali davvero positivi dall’economia dovremmo avere una creazione di oltre 300 mila occupati ogni mese e siamo ancora lontani da quel livello. Inoltre, aggiunge Kenny, a preoccupare e’ ancora la qualità dei posti di lavoro creati.
Indicazioni quindi che non permettono agli investitori di avere una chiara idea sulla tempistica di un aumento dei tassi di interesse. Dopo l’intervento al Congresso di Janet Yelle sembra ormai allontanarsi la possibilità di un ritocco in giugno e il consenso adesso e’ per agosto-settembre – e c’e’ chi ipotizza non prima del 2016. E proprio a causa di previsioni contrastanti e mancanza di un vero consenso che il mercato si muove all’interno di una banda di oscillazione limitata e non riesce ad entrare in una reale fase di correzione, nota Kenny.
Secondo Kenny questa settimana lo S&P 500 continuera’ a spingere verso il livello di resistenza di 2115 – che l’indice ha sforato ieri nella seconda parte della seduta per chiudere pero’ al di sotto di quel livello. Il supporto invece e’ intorno a 2085, non si tratta quindi di un grande movimento ma di una spinta al ribasso necessaria al mercato dopo i recenti record raggiunti dai listini.
* Lina Cagossi è video blogger @insidetheexchange.com.