Pianeta America
Attenzione ai dati macro fuorvianti!

Sarà bene non farsi ingannare dal presunto miglioramento del ciclo economico. Quello a cui stiamo assistendo è una reazione dopo un inverno eccezionalmente rigido. Nel complesso l’attività economica sta ritornando ai livelli deprimenti in essere prima di dicembre: quando il ciclo economico deraglia per effetto di eventi di breve durata, anche le statistiche mensili possono rivelarsi fuorvianti; e vale la pena di rivolgersi alle variazioni annuali. Nell’ultimo commento ci siamo soffermati sotto questa prospettiva sul settore immobiliare, sulla produzione industriale e sull’occupazione. Il rilascio di recente dei dati sui consumi e sul reddito non ha modificato la sostanza: quest’ultimo in termini reali è salito a marzo di appena il 2.2% rispetto ad un anno fa; la spesa per consumi, sempre in termini reali, è cresciuta un po’ di più grazie ad un ulteriore calo nel tasso di risparmio. In questo contesto, la prospettiva di un rafforzamento della spesa per consumi è limitata.
Non è migliore il quadro occupazionale. Le stime per aprile parlano di 215 mila nuovi posti di lavoro, che si tradurrebbero in un incremento degli occupati dell’1.66% in un anno; a novembre eravamo al +1.82% annuale. Anche se la stima dovesse trovare riscontro, rimaniamo al di sotto del picco massimo raggiunto sul finire del 2007.
Inoltre, molti dei posti di lavoro creati in questi quasi cinque anni, sono in settori a basso valore aggiunto: le occupazioni dal basso salario sono calate del 22% durante la recessione, ma sono cresciute del 44% dopo la recessione. Non sorprende che la spesa per consumi sia stato così tiepida negli ultimi cinque anni.
Questa considerazione poi va letta alla luce della ripresa fiacca che tipicamente segue le crisi del debito. Al picco, il debito delle famiglie ammontava al 129% del reddito disponibile (DPI); rispetto ad una media storica del 76%. Ancora nel 1992, il dato si attestava all’82%: oggi è sceso al 102%, il che porta a concludere come vi sia ancora spazio verso il basso, e ciò genera notevoli pressioni contenitive sui consumi.
Se tutto questo è associato all’elevata valutazione raggiunta dal mercato, ad un contesto tecnico in deterioramento, al rallentamento della crescita in Cina e alle turbolenze geopolitiche sparse per il mondo; ci si rende conto di quanto sia rischioso l’attuale contesto di mercato.

Classe 1971, laurea cum laude in Economia e Commercio con una tesi di laurea sull'analisi tecnica dei titoli di borsa, si interessa da oltre venticinque anni di tecniche di analisi dei mercati finanziari. Continua...