Pianeta America
C'è un trucco per anticipare l'ISM Index

Fra mercato azionario e fondamentali macroeconomici c’è una relazione più intima di quanto l’uomo della strada sia pronto a riconoscere. Certo, il primo anticipa il secondo; per cui è insensato aspettarsi che dati favorevoli si riflettano immediatamente in quotazioni crescenti, e viceversa. Non è così diretto e immediato, per fortuna. La relazione è indiretta: i dati macroeconomici si riflettono, immediatamente, non tanto sulle quotazioni azionarie, quanto sulla loro variazione. Il grafico propone il confronto fra l’ISM Index manifatturiero americano e la variazione annuale dell’indice S&P500.

 

Se ignoriamo la parte inferiore del grafico, notiamo come le variabili riportate in alto vantino una eccellente correlazione: un ISM in crescita produce un ispessimento della performance di borsa; un ISM calante induce un rallentamento del ritmo di crescita, e conseguentemente soltanto un ISM in contrazione – inferiore ai 50 punti – coincide con un passivo del mercato azionario su base annuale. Le divergenze fra ISM e tasso di variazione annuale dello S&P sono temporalmente limitate, e tendono ad essere presto riassorbite.

Il fenomeno si manifesta a tutte le latitudini: anche in Europa.

La figura propone il confronto fra il PMI Composite dell’area Euro (nero, scala di destra), e la performance a tre mesi dell’indice Stoxx600 (verde, scala di sinistra). Ancora una volta la sovrapposizione è apprezzabile.

 

Se accettiamo questa relazione, come appare pacifico, ne consegue che basta “indovinare” la tendenza dell’ISM Index per prevedere le sorti del listino azionario; americano, in questo caso. L’impresa appare ardua: non pochi economisti, dotati di blasone luccicante, falliscono sistematicamente nel prevedere il corretto valore del dato rilasciato mensilmente dall’Institute for Supply Management; anche nell’avvicinarsi in misura soddisfacente, se è per questo.

Ma qualche settimana fa abbiamo suggerito un comodo espediente per prevedere quantomeno la tendenza dell’ISM Index: è sufficiente legarne l’andamento alla velocità con cui la Fed porrà in essere il cosiddetto tapering. La relazione, in questo caso, è fra il barometro del settore manifatturiero e la variazione trimestrale del bilancio della Federal Reserve: in vistoso e prevedibile calo, dal momento in cui è stato promesso il ridimensionamento degli acquisti di titoli, al ritmo di 10 miliardi di dollari al mese.

 

In base all’ultima rilevazione disponibile, il bilancio della Fed cresce al ritmo del 6.5% in tre mesi: un dato che riflette il persistente QE; ma pochi mesi fa il tasso di crescita era di quasi il doppio.

Questo ridimensionamento del “momentum” si riflette sull’ISM Index, che ha nettamente svoltato verso il basso, prima del timido recupero di febbraio. Se si crede, come appare scontato, che la signora Yellen continuerà a ridurre gli acquisti di titoli, l’ulteriore calo dell’ISM ipotizzabile in prospettiva, non potrà non riflettersi sul deterioramento delle performance di Wall Street. È una considerazione di tipo relativo, non assoluto; per adesso…

Charles L. (Charlie) Minter è uno dei fondatori della Comstock Partners, Inc., una società costituita nel 1986 e attiva nelle gestioni patrimoniali. Continua...