Pianeta America
Conviene comprare azioni dal prezzo elevato?

Ciò che accomuna le azioni più popolari di oggi - da Facebook ad Amazon, da Apple a Netflix, da Tesla ad Alphabet - è l'elevato prezzo di mercato: quotando tutte ad abbondante tripla cifra. Una volta non era così: una volta si ricorreva allo split: dimezzando il prezzo e raddoppiando il quantitativo di azioni in possesso degli investitori.
La figura in basso mostra la percentuale di azioni più liquide dal prezzo superiore ai 50 e 100 dollari. Sui massimi del 2007 solo il 4% delle azioni quotavano sopra i 100 dollari; oggi il dato supera il 15%: quasi quattro volte tanto. Con esclusivo riferimento alle società dello S&P500, quasi la metà delle società quotate quota oltre i 100 dollari.

Ci si chiede se questa circostanza incida sulla performance delle azioni. Sono partito dal 2012, e ho esaminato i ritorni su base trimestrale. La tabella in basso mostra i range di prezzo, seguiti dalle performance.
Balza all'occhio come le società dal prezzo più contenuto abbiano decisamente conseguito la performance migliore, con un guadagno del 116%. Non ci sono errori, ma va tenuto presente che l'analisi si sofferma soltanto sulle società che nel frattempo non siano eventualmente fallite (performance del -100%). Evidentemente, le società che cadono in bancarotta conoscono ad un certo punto della loro parabola discendente prezzi infimi.
Resta il fatto che tendenzialmente paghi investire in società dal prezzo contenuto: le performance medie calano man mano che ci si sposta verso quotazioni crescenti. Società a tripla cifra tipicamente conseguono un ritorno trimestrale medio inferiore al 2%.

Presidente della Schaeffer's Investment Research, Inc, e autore di "The Option Advisor", un best seller nel settore delle opzioni, di cui esiste dal 1981 una newsletter omonima. Continua...