Pianeta America
Conviene puntare sulle società "resistenti"?

Si dice che è buon segno per un'azione quando sale, in un contesto di mercato altrimenti negativo: si tratta nel caso specifico di pressione in acquisto che poi sprigionerà appieno i suoi effetti. Ho deciso di sottoporre a prova questo assunto: se i numeri dovessero supportare la teoria, si potrebbe procedere a scansione alla ricerca periodica di opportunità di acquisto.
Ho considerato dunque le azioni dello S&P500 negli ultimi cinque anni. Ogni mese ho individuato le sedute negative per l'indice, classificando le singole azioni in tre scaglioni a seconda del comportamento:

- azioni salite nella maggior parte dei casi a fronte di uno S&P negativo;
- azioni salite nella maggior parte dei casi, conseguendo però una performance media negativa;
- azioni scese nella maggior parte dei casi a fronte di un indice negativo.

Dopodiché, ho calcolato le performance di questi tre gruppi nel mese successivo. Se davvero è bullish chiudere in positivo a fronte di un mercato di segno opposto, ci si aspetterebbe il primo scaglione decisamente sovraperformante rispetto agli altri due.

Succede l'esatto contrario: le azioni salite in almeno la metà degli episodi che hanno visto nel mese lo S&P perdere terreno, un mese dopo sono salite nel 56% dei casi, conseguendo una performance media del +0.59%. Le azioni scese, in linea con il mercato, hanno conseguito una performance del +1.62%.
Come spesso succede, un diffuso convincimento non regge ad un serio esame oggettivo: le azioni che resistono bene ad una seduta altrimenti nel complesso negativa, finiscono per soccombere nelle settimane successive. Evidentemente i compratori della singola azione, rivedono decisamente le loro opinioni, dopo un intervento spregiudicato e fatalmente destinato ad insuccesso.

Un operatore professionale da molti anni attivo sui principali mercati finanziari mondiali. Continua...