È in essere un ribasso ciclico di mercato

- 07/02/2014
Secondo le intenzioni della Fed, il QE resterà in essere fino a quando l'economia non sarà in grado di camminare con le proprie gambe; senza necessitare insomma dello stimolo monetario. Il problema è che questo momento non si scorge ancora all'orizzonte: e con il QE che fornisce benefici sistematicamente decrescenti unitamente a "fastidiosi" effetti collaterali, sembra che stia per essere rimosso con l'economia che non riesce a mantenere un ritmo di crescita del 2%. Nel frattempo, il mercato affronta ulteriori ostacoli, come le valutazioni elevate, un sentiment eccessivamente sbilanciato, un'economia stagnante in Europa, un rallentamento in Cina e la turbolenza monetaria in diversi paesi emergenti. Non depone a favore della borsa per l'anno corrente. Rivediamo dunque i principali fattori di rischio:
1) la percepita forza dell'economia nella seconda metà dello scorso anno non poggiava su solide basi ed è insostenibile. Buona parte della ripresa era basata su una crescita non programmata delle scorte e su un migliore saldo commerciale con l'estero. L'espansione dei consumi è stata finanziata da una riduzione del tasso di risparmio, mentre i redditi continuano a ristagnare.
2) Al contrario del consenso, io credo che il mercato sia vistosamente sopravvalutato. La maggioranza fa riferimento a utili operativi per azione pari a 120 dollari nel 2014, che comporterebbero un P/E di 14.8: in linea con la storia. Ma la media storica si basa su utili netti, non su quelli attesi in futuro. I margini di profitto si collocano del 70% oltre la media storica, e minacciano di tornare su livelli più normali. Secondo le stime di Ned Davis Research, gli utili ciclicamente rettificati ammontano per il 2014 a 81 dollari: comportando un P/E di 21.9. E comunque notiamo che il P/E forward nel 2007 si attestava sui medesimi livelli correnti, e ciò non impedì un collasso del 50% da parte delle quotazioni di mercato.
3) Il sentiment bullish è ai massimi storici. Il sondaggio di Investors Intelligence mostra la percentuale di Tori più elevata degli ultimi 25 anni, mentre il Margin Debt è ai massimi di sempre.
4) Il disimpegno del QE è negativo per il mercato: Wall Street è decollato con l'implementazione del QE1, ed è scesa dopo il suo esaurimento; lo stesso è occorso con il QE2. Il mercato è salito di nuovo con il QE3, e il fatto che la Fed si stia disimpegnando da questo fronte non è da salutare con favore.
5) La Cina sta rallentando, nel momento in cui le difficoltà nel settore del credito ne limitano la capacità di manovra. Il rallentamento genera pressioni sulle commodity, che rappresentano la principale esportazioni per diversi paesi; i quali a loro volta affrontano problematiche valutarie. Un rallentamento globale, se non una recessione, minacceranno la crescita delle quotazioni azionarie.
In definitiva, il mercato appare simile ad inizio 2000 e a fine 2007, quando il consenso era largamente favorevole e le valutazioni apparivano eccessive. A mio parere c'è un rischio di ribasso.