Pianeta America
Effetto Wal-Mart a Wall Street

Non sono bastate le operazioni societarie o i dati economici positivi. Gli investitori hanno scelto la prudenza questa settimana e, prima dell’arrivo delle indiscrezioni su Wal-Mart, non era ancora chiara la direzione dei listini. Le vendite disastrose all’inizio di febbraio, descritte da uno dei dirigenti di Wal-Mart in una email ottenuta da Bloomberg News hanno spaventato oggi il mercato con il titolo della catena di grandi magazzini che ha pesato sul Dow Jones.
Le ragioni dietro alla cautela sono due, mi dice Peter Cardillo, Capo Economista per Rockwell Global Capital: siamo alla vigilia del lungo fine settimana (lunedì non si contratta per il President’s Day) e siamo a sole due settimane dal Sequestration – lo scatto automatico dei tagli alla spesa, in particolare alla difesa, che potrebbero incidere sull’attività economica del Paese. Pare che il mercato quindi non stia scontando il raggiungimento di un accordo in Congresso diversamente da Peter che invece si aspetta un compromesso e che si riuscirà, come propongono anche i democratici al Senato, a rinviare gli scatti automatici fino al 2014. Sicuramente la questione dei tagli alla spesa peserà sui mercati fino alla fine di febbraio.

 

La settimana potrebbe concludersi con un bilancio negativo dopo sette guadagni consecutivi. Si tratterebbe tuttavia, secondo Peter, di movimenti poco marcati non significativi per un rovescio tecnico. I dati di oggi hanno sorpreso positivamente, almeno quelli sull’attività manifatturiera – che hanno mostrato un ritorno all’espansione a sorpresa nell’area di New York –  e quelli sulla fiducia dei consumatori - sui massimi di tre mesi. Numeri che confermano, dice Peter, che l’economia americana continua a crescere ad un ritmo moderato, intorno al 2%. E alla luce dei commenti del Presidente della Federal Reserve Ben Bernanke, sarà importante leggere i dati in arrivo la prossima settimana insieme anche ai verbali dell’ultima riunione del FOMC. Questi ultimi potrebbero fornire ulteriori indicazioni sulle posizioni dei vari membri della Fed e sulle future mosse della banca centrale americana.
 
Nulla di fatto invece dal G20 secondo Peter, nel senso che l’eventualità di una guerra valutaria verrà scongiurata. Peter ritiene che i timori per una guerra valutaria siano esagerati e invece si aspetta che al G20 si parli sempre meno di austerità e più di misure per la crescita con conseguente estensione degli stimoli già implementati, in grado di sostenere una ripresa globale. Nonostante i dati arrivati questa settimana dall’Europa abbiano riportato a galla la paura recessione.
Nel lungo periodo Peter prevede buoni guadagni per l’azionario. Il trimestre si concluderà con forti rialzi, con lo S&P 500 a 1575-1585. Nei mesi di aprile e maggio vedremo uno storno tecnico del 5% per poi ricominciare a correre e finire il 2013 su livelli record. è troppo presto per dirlo? Staremo a vedere.
* Lina Cagossi è video blogger @insidetheexchange.com.

Presidente della Schaeffer's Investment Research, Inc, e autore di "The Option Advisor", un best seller nel settore delle opzioni, di cui esiste dal 1981 una newsletter omonima. Continua...