Pianeta America
Fra i Dow Jones non corre buon sangue

Con l’approssimarsi delle elezioni presidenziali americane - che porteranno l’Apocalisse stando agli strali dei sostenitori del candidato di volta in volta in difficoltà nei sondaggi - è stato detto (e scritto) tutto il possibile circa gli esiti attesi a seconda che a prevalere sia la Clinton o Trump.
Peraltro a formulare previsioni si corre il rischio, malgrado la cautela esercitata, di passare per “partigiani” quando magari si è solo cercato di far parlare i numeri. Meglio allora cambiare prospettiva, occupandoci di un aspetto che, magari, potrebbe fornire indicazioni anticipatrici circa la futura evoluzione del mercato. Vediamo.
Dopo il massimo di Ferragosto, Wall Street si è abbandonata ad una successione di massimi e minimi discendenti. Il sentiero è risultato chiaramente inclinato verso il basso, con l’indice Dow Jones che giusto il 2 novembre ha sollecitato la media mobile a 200 giorni.
Il punto è che, mentre il decano degli indici della borsa americana scivolava inesorabilmente verso il basso, il Dow Jones Transportation (in blue, nella figura in basso) ha tenuto molto bene.

Ora, secondo la teoria di Charles Dow, “papà” dei due indici citati, se l’Industrial cede mentre il Transportation tira, vuol dire che le aziende hanno una errata percezione del ciclo economico: riducono la produzione, ma osservano con sorpresa come le merci siano prelevate dai magazzini e spedite ai clienti.
Fuor di metafora, in teoria un Dow Transportation così pimpante invia un messaggio potenzialmente bullish. Ma è proprio così?

Per rispondere a questo quesito, abbiamo individuato tutti i casi in cui, in un arco di tempo analogo a quello che ci separa dallo scorso 15 agosto, il Dow Jones Industrial ha conseguito una performance negativa e il Dow Transportation un saldo positivo, con una differenza fra le due variazioni superiore ai 5 punti percentuali.
Il grafico in alto mostra la casistica registrata in questo bull market: dal 2009 in poi si contano altre cinque occorrenze, omettendo ovviamente quelle che si ripropongono a breve distanza di tempo. L’episodio più recente risale a marzo.
Il Dow Industrial è sempre salito, a distanza di tre, sei e dodici mesi dall’evento descritto; rispettivamente, in media del +4.6, +8.1 e +13.5%. Dunque si direbbe che la divergenza di vedute proposta dai due indici giochi a favore del Toro.

Allargando la visuale, si direbbe che è proprio così. Con un’avvertenza: a condizione che il Toro sia dominante. Se questo setup, fra il 2004 e il 2007, in effetti ha anticipato le ripartenze del mercato, è anche vero che nel 2008 quando si è concretizzato non ha prevenuto le rovinose cadute del mercato che tuttora ben ricordiamo.
La discriminante è dunque la tendenza di fondo di Wall Street: positiva, come si diceva in apertura, giusto il posizionamento al di sopra della media mobile a 200 giorni. Venisse meno quell’argine, le considerazioni sopra esposte vacillerebbero.

Classe 1971, laurea cum laude in Economia e Commercio con una tesi di laurea sull'analisi tecnica dei titoli di borsa, si interessa da oltre venticinque anni di tecniche di analisi dei mercati finanziari. Continua...