Gli analisti si sono persi il rialzo

- 22/02/2013
Molti dei sondaggi sul sentiment che seguiamo mostravano una settimana fa un elevato livello di ottimismo. Ne ho già parlato, quando ho citato il sondaggio di Investors Intelligence; ma anche il survey di American Association of Individual Investors (AAII) mostra un ottimismo sui massimi degli ultimi due anni. Dal punto di vista contrarian, simili livelli di ottimismo suggeriscono cautela sull'andamento di mercato. Oggi volevo spendere qualche parola di conforto: gli analisti sono sempre meno positivi sul mercato, malgrado esso si trovi su massimi pluriennali.
Partendo dai dati di Zacks, e considerando solo le azioni con almeno 10 raccomandazioni in essere, mi sono soffermato sulla percentuale di "buy". Ciò da luogo all'interessante grafico che mostro in basso: sui minimi del 2009, circa il 45% degli analisti suggeriva di comprare. Questo dato è cresciuto assieme al mercato, ma soltanto fino a metà 2010, quando lo S&P fece registrare un ripiegamento. Una volta finita la correzione, la percentuale di "buy" è tornata a salire.
A metà 2011 il mercato ha fatto registrare un nuovo consolidamento, e gli analisti sono tornati a mostrare un orientamento negativo. Lo S&P puntualmente si è ripreso, realizzando nuovi massimi, ma gli analisti sono rimasti cauti, fornendo sempre meno raccomandazioni di acquisto. Questa negatività è molto illuminante, dal punto di vista contrarian.
La figura in basso mostra la stessa statistica, relativa però ai tempi della bolla della new economy. Serve per evidenziare quanto bullish possano diventare gli analisti: ai picchi del mercato, il 75% delle raccomandazioni fornite era "buy". "Comprare tutto", era l'orientamento prevalente all'epoca, e sappiamo tutto come sia andata a finire.
Di recente, questa percentuale ha raggiunto un picco del 55% a settembre 2011, e da allora è scesa sotto al 50%. Questo, malgrado lo S&P sia cresciuto nel frattempo di un ulteriore 30%.
* Rocky White per Schaefferresearch.com