Gli Stati Uniti non sono in linea con Maastricht

- 26/08/2014
Si interrompe il rientro dal disavanzo federale negli Stati Uniti. Il saldo netto di finanza pubblica nel mese di luglio ha denunciato un passivo di quasi 95 miliardi di dollari. Ancor più significativamente, il saldo cumulato negli ultimi dodici mesi si attesta a 533 miliardi di dollari: siamo ben lontani dallo spaventoso deficit di inizio 2010, quando il crollo delle entrate fiscali conseguente alla recessione, e gli stabilizzatori del reddito gravanti sulle casse dello stato, spinsero il deficit federale a quasi 1.5 trilioni di dollari.
Un aspetto intrigante, è che allo stato attuale gli Stati Uniti non entrerebbero nella zona Euro, pur a fronte di un notevole sforzo di risanamento delle finanze pubbliche.
A fine giugno, infatti, in rapporto al PIL il deficit si attesta al 3.1%: lievemente oltre la mitica soglia del 3% del PIL dettata a Maastricht. Anche il debito pubblico appare su livelli sostenuti, oltre il 100% del PIL.
Si può a questo punto iniziare a discutere se il processo di rientro del deficit, che nel 2010 superava il 10% del PIL, si sia arrestato, o meno. La crescita economica, denominatore del rapporto, ha aiutato enormemente, finora. Ma la differenza fra entrate fiscali e spesa pubblica minaccia di dilatarsi, in misura superiore alla crescita della ricchezza annualmente prodotta.