Pianeta America
Grecia ancora determinante per la direzione dei mercati

Prima seduta di giugno, un mese che potrebbe rivelarsi molto simile a quello precedente, determinato da Grecia, BCE e aspettative sui tassi di interesse. Fattori costanti per i mercati come mi dice Kenneth Polcari, direttore delle operazioni sul floor per O'Neil Securities, che sottolinea come la volatilità sia rimasta contenuta nel mese di maggio con gli indici in movimento entro una banda di oscillazione limitata. La Grecia determinerà la direzione dell’azionario americano almeno nel breve periodo, fino all’arrivo di una decisione tra pochi giorni. A questo punto sono in tanti a pensare che la Grecia raggiungerà un compromesso all’ultimo momento ed eviterà il default. Ma un’eventuale uscita dall’euro non sarebbe devastante per l’Europa, sottolinea Kenny che si aspetta una reazione negativa dei mercati ma che creerà buone opportunità per i gestori che aspettano da tempo di entrare, che hanno atteso un evento straordinario prima di tornare a comprare.

Giugno sarà anche caratterizzato da tanti dati economici in grado di fornire nuove indicazioni sul futuro dei tassi di interesse. Questa settimana in particolare sarà densa di indicazioni importanti, le più attese quelle sul mercato del lavoro. Secondo Kenny i dati non saranno estremamente sorprendenti, forse leggermente inferiori rispetto alle previsioni del consenso. Un’idea più chiara su come saranno i numeri l’avremo mercoledì dopo la pubblicazione dei dati sull’occupazione del settore privato di ADP.
 Il consenso è per tassi invariati a questo punto fino alla fine dell’anno, con variabili importanti da considerare come il default della Grecia. Il ruolo della Fed potrebbe essere quello di calmare i mercati in caso di crisi e la banca centrale americana non vuole ritrovarsi ad alzare il costo del denaro troppo presto, sottolinea Kenny. Che trova interessante il recente monito del Vice presidente della Fed Stanley Fischer, preoccupato per il lento ritmo di crescita economica statunitense e ancora per la stabilità del sistema finanziario.

Il supporto di breve per lo S&P 500 resta 2100, soglia più volte testata nelle ultime settimane e, se scenderemo al di sotto, potremmo arrivare molto velocemente a 2048 che corrisponde ad un -2% dai livelli attuali, non è la fine del mondo secondo Kenny. Se invece l’indice riuscirà ancora a confermare i 2100 vorrà dire che gli operatori non sono poi così preoccupati per la situazione in Grecia o per il livello dei tassi di interesse e restano quindi sul mercato. La resistenza di breve per lo S&P 500 è su 2125-2130 e fino a che non avremo maggiore chiarezza sulla situazione Grecia non ci sono motivi per superare questi livelli.
* Lina Cagossi è video blogger @insidetheexchange.com. 

 

Un operatore professionale da molti anni attivo sui principali mercati finanziari mondiali. Continua...