Pianeta America
Grexit meno probabile: Wall Street tenta il recupero

Tentano un recupero gli indici di Borsa americani dopo due sedute consecutive di ribassi. Con la stagione di trimestrali agli sgoccioli e in mancanza di dati economici importanti – almeno fino alla fine della settimana – l’attenzione degli operatori è tutta rivolta verso le trattative tra Europa e Grecia. Come nota Kenneth Polcari, direttore delle operazioni sul floor per O'Neil Securities, negli ultimi giorni gli investitori si sono preoccupati per la situazione in Grecia e non necessariamente perché ritengono che vedremo un’implosione ma perché destabilizza e riporta a galla ricordi della crisi del 2009 e del 2010.
Le recenti flessioni sono state tuttavia piuttosto contenute, un segnale che il mercato, seppur sia incerto sulle possibili conseguenze immediate di una nuova crisi, pensa che sia la Grecia che l’Europa non vogliano un’uscita del Paese dall’Unione. E se il mercato davvero ipotizzasse una Grexit sarebbe più sotto pressione al momento, sottolinea Kenny.

Preoccupazioni che quindi potrebbero compensare l’ottimismo innescato dalle operazioni della Bce e quindi riportare investimenti verso il mercato americano? Vedremo quali delle due forze emergerà, dice Kenny, se l’ottimismo per gli stimoli o la paura Grexit, in ogni caso il 2015 sarà l’anno dell’Europa, sarà la destinazione di gran parte degli investimenti. E lo vediamo già dai guadagni dell’azionario in Europa rispetto a quelli dell’azionario americano nelle prime settimane del nuovo anno.

Le notizie in arrivo dalla Grecia domineranno il mercato per il resto della settimana anche se gli operatori guarderanno con attenzione ai dati sulle vendite al dettaglio e alle richieste di sussidio di disoccupazione in arrivo nei prossimi giorni. Soprattutto dopo i dati positivi del mercato del lavoro di gennaio arrivati la settimana scorsa. Dati che non cambiano le aspettative di Kenny relative all’intervento della Fed sui tassi. Non bastano infatti ad anticipare un aumento dei tassi con l’inflazione ancora debole (e non solo negli Stati Uniti). La Federal Reserve, dice Kenny, monitorerà l’inflazione, e non solo l’occupazione, per decidere la tempistica di una revisione al rialzo del costo del denaro. Un aumento quest’anno è scontato arriverà però, secondo Kenny, solo alla fine dell’estate, in agosto, e la chiave allora per il mercato sarà se l’economia sarà davvero pronta a tassi di interesse più alti.

Quindi fino al raggiungimento di una certa stabilità della situazione Grecia in Europa il mercato azionario non guarderà molto ad altri fattori anche se le tensioni geopolitiche – soprattutto il peggioramento della crisi in Ucraina – potrebbero portare ulteriore pressioni.
 
* Lina Cagossi è video blogger @insidetheexchange.com. 

 

Classe 1971, laurea cum laude in Economia e Commercio con una tesi di laurea sull'analisi tecnica dei titoli di borsa, si interessa da oltre venticinque anni di tecniche di analisi dei mercati finanziari. Continua...