I ribassi del petrolio trascinano gli indici di Wall Street

- 11/12/2014
Seduta di flessioni per gli indici di Borsa americani. Per il Nasdaq è la peggiore seduta dallo scorso ottobre e il Dow Jones e lo S&P 500 sono sui minimi di un mese. Il settore energetico anche oggi frena i listini e l’indice del comparto all’interno dello S&P 500 ha perso oltre il 3,5%, dopo che il prezzo del petrolio ha chiuso sotto i $61 dollari, sui minimi di 5 anni. L’OPEC ha ridotto le stime relative alla domanda di petrolio a livello globale 2015 fino ai minimi di 12 anni ed ha indicato che il livello delle scorte nei Paesi non-OPEC aumenterà oltre le attese. La debole domanda per il petrolio OPEC non vuol dire che non ci sarà domanda per il petrolio non-OPEC – come quello statunitense – sottolinea Kenneth Polcari, Direttore delle operazioni sul floor per O'Neil Securities. Che si aspetta una stabilizzazione del prezzo del petrolio nonostante le recenti previsioni di alcni analisti indichino il possibile raggiungimento di 40 dollari il barile – soglia che Kenny non crede che verrà raggiunta.
Nelle ultime settimane la Federal Reserve ha testato i mercati con gli interventi pubblici di alcuni dei suoi membri sulle future intenzioni della banca centrale. E la prossima settimana potrebbe arrivare un’indicazione più esplicita di un aumento del costo del denaro il prossimo anno, come ha ipotizzato ieri il Wall Street Journal. Secondo Kenny la Fed eliminerà dal comunicato la frase relativa a tassi di interesse fermi “per un periodo di tempo considerevole” ma non fornirà dettagli sulla tempistica di un aumento dei tassi di interesse. Operazione che secondo Kenny non arriverà prima dell’estate del 2015 vista la difficile situazione economica a livello globale.
Il nervosismo sui mercati è ancora presente, siamo alla fine dell’anno e gli scarsi volumi come sempre amplificano i movimenti sia al ribasso che al rialzo. Secondo Kenny il rally di Babbo Natale è già passato anche se vedremo un nuovo movimento al rialzo alla fine dell’anno che porterà’ lo S&P 500 tra i 2050 e i 2075, quindi ad un guadagno annuale superiore al 13%.
Il prossimo anno, almeno nei primi mesi del 2015, saranno diversi i fattori da tenere d’occhio. Da una parte la situazione Fed e dall’altra l’andamento degli utili societari. Utili che subiranno l’effetto del dollaro forte e del ribasso del prezzo del greggio. Fattori che in realtà, sottolinea Kenny, potrebbero compensarsi e quindi garantire ancora l’attuale crescita degli utili. Il settore energetico subirà senza dubbio gli effetti del calo del prezzo del petrolio ma si verrà a creare nel 2015 una situazione positiva per l’attività di fusione e acquisizione che farà bene al comparto.
* Lina Cagossi è video blogger @insidetheexchange.com.