Pianeta America
Il comportamento del P/E sui massimi di mercato

Nel 1870 il 46% degli impieghi negli Stati Uniti erano in agricoltura, il 35% nell'artigianato. Nel secondo Dopoguerra la riconversione dell'industria bellica a scopo civile ha decretato il boom del settore manifatturiero, finito ben presto per diventare prevalente. Negli anni Novanta una nuova svolta: con il Terziario in rapida espansione e le classiche tute blue scese ora a poco più del 10% del prodotto interno lordo.
Questi mutamenti hanno sconvolto la struttura del mercato azionario: fino agli anni Cinquanta sensibile al ciclo dei raccolti e dunque dall'impronta stagionale differente da quella odierna. Anche i multipli di mercato hanno conosciuto una transizione verso l'alto da metà anni Novanta: naturale, con i Servizi che richiedono meno capitale e meno manodopera del settore manifatturiero.

Questa evoluzione è evidente osservando l'andamento del Price/Earnings decennale della borsa americana, con l'antico range 10-25 volte, spostatosi verso l'alto in un nuovo range 20-45 volte. Questo da diversi anni ha suggerito una certa cautela prima di giungere a conclusioni definitive circa la presunta sopravvalutazione di mercato.
Anche perché i parametri fondamentali non si prestano a letture simmetriche: se estremi verso il basso sono estemporanei e opportunità storiche di ingresso (spesso disattese...), letture verso l'alto tendono a risultare ripetitive e protratte nel tempo.
Lo si nota benissimo contestualizzando il Price/Earnings nell'ambito di una finestra mobile ventennale:

Se i minimi del 1932, del 1974, del 1982 e del 2009 sono stati fulminei, al contrario sui massimi il P/E è rimasto schiacciato nella parte superiore per diversi anni: dieci, fra il 1955 ed il 1965, e otto, fra il 1992 ed il 2000.
La prima lettura eccessiva del P/E ai giorni nostri è stata raggiunta nel 2021, prima dell'ultimo bear market ciclico (il decennio corrente nonostante tutto ne conta già tre). Se si applicasse lo schema storico, di multipli surriscaldati ne dovremmo registrare ancora per diversi anni: quattro-sei, perlomeno; con un picco definitivo, perlomeno in termini di valutazioni, da registrarsi a cavallo fra il decennio corrente e gli anni Trenta.
Naturalmente questa non è una regola aurea, ma l'esame del comportamento storico suggerisce di non lasciarsi andare ad atteggiamenti disfattisti: tutti i ribassi sono anticipati da una sopravvalutazione del mercato, ma una sopravvalutazione non è mai il catalizzatore dei ribassi.

Presidente della Schaeffer's Investment Research, Inc, e autore di "The Option Advisor", un best seller nel settore delle opzioni, di cui esiste dal 1981 una newsletter omonima. Continua...