Pianeta America
Il debito globale controlla l’economia globale (I Parte)

La principale ragione per cui l’economia americana fa fatica a recuperare dalla Grande Recessione del 2007-2009, è perché lo stock di debito è davvero molto difficile da digerire. Il debito globale è cresciuto di oltre 60 trilioni dal 2007, e non c’è verso di godere di una ripresa in presenza di una espansione così massiccia. Bisogna tenere a mente che la causa della Grande Recessione è da ricondursi all’impressionante stock di debito accumulato da ogni nazione, siano essere emergenti o sviluppate. Questo grazie all’operato delle banche centrali, con la Federal Reserve che tagliò il tasso ufficiale all’1% nel 2003, mantenendolo su quei livelli per più di un anno. Essi ritenevano così di fornire sostegno all’economia, appesantita dallo scoppio della bolla tecnologica.

Non sapevano che in questo modo alimentavano un’altra bolla: quella immobiliare. D’altro canto ignoravano di essere la causa del formarsi della mania delle “dot com”, dopo che Greenspan mise il mondo in guardia dalla possibilità di una «esuberanza irrazionale» nel 1998. Dopo che il mercato corresse, ripartì di slancio, dando la sensazione di semaforo verde alle autorità monetarie. La nostra Fed tentò di alleviare i timori degli investitori, dichiarando nel 2005 che non c’era alcuna bolla immobiliare.
Ma quando il boom del mattone si rivelò peggiore della bolla tecnologica, ricorsero all’invenzione del Quantitative Easing, che all’atto pratico si risolse nel massiccio acquisto di titoli da parte della banca centrale. Sul piano teorico si riteneva che azzerando i tassi di interesse e comprando Treasury le riserve bancarie sarebbero cresciute e questo avrebbe trasmesso impulsi all’economia reale, mediante maggiori erogazioni a famiglie e imprese.
Abbiamo conosciuto il QE, poi il QE2 ed infine il QE3, non prima della cosiddetta Operation Twist. Questo ha indotto un’espansione del bilancio della Fed da 800 a 4500 miliardi in otto anni. L’aspetto più intrigante è che il resto del mondo ha deciso di imitare la Fed avviando diversi cicli di QE, che hanno sospinto i bilanci a livelli oltraggiosi.

Diversi investitori e gestori hanno messo in guardia negli ultimi lustri circa i rischi rappresentati dall’esplosione del debito. La scorsa settimana in ultimo una leggenda come Stanley Druckenmiller ha segnalato le minacce per l’economia rappresentate dalle obbligazioni derivanti dalla sanità e dalla previdenza sociale: se tutti ricevessero ciò che si attendono di ottenere, a fronte delle attuali entrate fiscali il debito federale non sarebbe più rappresentato dai 18-19 trilioni di dollari che i candidati alla prossima presidenza ritengono scoglio minaccioso. Si arriverebbe invece ad una cifra astronomica: oltre duecento trilioni di dollari.

Charles L. (Charlie) Minter è uno dei fondatori della Comstock Partners, Inc., una società costituita nel 1986 e attiva nelle gestioni patrimoniali. Continua...