Pianeta America
Il Dow Jones conferma i 16.000 punti

16 mila punti confermati dal Dow Jones ieri in chiusura e di nuovo nel corso dell’ultima seduta della settimana. Un livello psicologico importante raggiunto dopo una lunga corsa dei mercato. Ci troviamo adesso di fronte ad una situazione di precarietà per i listini, sottolinea Peter Cardillo, Chief Market Economist per Rockwell Global Capital, secondo cui nelle prossime due settimane gli indici testeranno i livelli appena raggiunti (16 mila per il Dow Jones e 1800 per lo S&P 500). Un mercato ancora incerto sulla tempistica dell’inizio delle riduzioni degli stimoli per l’economia ma pronto ad una diminuzione degli acquisti di bond dal mercato. Peter sottolinea che non e’ più importante a questo punto se vedremo un taglio in dicembre o in gennaio, una riduzione e’ vicina e il mercato reagisce con molta calma grazie all’operato della Federal Reserve che nei mesi passati, attraverso gli interventi pubblici degli esponenti della stessa banca centrale, ha testato le acque e ha preparato il mercato ad un taglio della liquidità. Il mercato adesso riesce ad interpretare positivamente una riduzione del QE3, come dimostrazione che l’economia riuscirà a sostenersi senza supporto. Al mercato piace poi la conferma della politica monetaria della Federal Reserve anche sotto il mandato Yellen con la promessa di nessun cambiamento fino ad una crescita economica superiore al 3%.

Nonostante il dibattito su una possibile bolla continui a dominare il mercato, sono sempre di più gli operatori calmi ed ottimisti. Peter uno fra tutti e non crede che siamo di fronte ad una bolla speculativa, le condizioni sono molto diverse rispetto alle bolle che si erano create sul mercato in passato. La salita di questo mercato non ha coinvolto tutti i settori indistintamente ma soprattutto quei titoli che garantivano ritorni superiori a quelli pagati dall’obbligazionario. Un rally che secondo Peter si basa sugli utili e non sulle speculazioni. E’ vero pero’ che potrebbe trattarsi di una bolla differente questa volta, data non dalle speculazioni ma dal supporto “artificiale” della Federal Reserve che ha portato ad un mercato drogato e non giustificato dai fondamentali. Peter respinge pero’ la mia osservazione e basa la sua spiegazione sulla crescita degli utili (discutibile, vorrei aggiungere, dato che deriva dalla riduzione dei costi e dai buyback più che dall’aumento dei ricavi e dell’attività). In ogni caso per Peter gli utili cresceranno ancora il prossimo anno e supportati questa volta dall’espansione economica, fattori che porteranno ad un 2014 positivo per l’azionario americano.
Secondo Peter vedremo lo S&P 500 a quota 1925 il prossimo anno e il Dow Jones a quota 16.700 ma non prima di una fase correttiva che potrebbe arrivare nel secondo trimestre del 2014.

La prossima settimana sarà caratterizzata da bassi volumi data la festività del Thanksgiving e Peter si aspetta movimenti entro una banda di oscillazione limitata per i listini. L’unico evento in grado di muovere il mercato sarà la pubblicazione dei dati sul mercato del lavoro di venerdì. Le stime di Peter sono ancora per una creazione di oltre 200 mila nuovi posti di lavoro, dati quindi che alimenteranno ulteriormente le aspettative per una riduzione degli stimoli a partire da dicembre o gennaio.

* Lina Cagossi è video blogger @insidetheexchange.com.

Classe 1971, laurea cum laude in Economia e Commercio con una tesi di laurea sull'analisi tecnica dei titoli di borsa, si interessa da oltre venticinque anni di tecniche di analisi dei mercati finanziari. Continua...