Pianeta America
Il fallimento delle banche centrali (II Parte)

Quando credi di aver visto proprio tutto, ecco che ti arriva Ben Bernanke che va in visita in Giappone, per discutere di “Helicopter Money”; che poi sarebbe una versione potenziata del Quantitative Easing. Con il QE, le banche centrali creano moneta per acquistare attività finanziarie dagli investitori. Ora, immaginate per un attimo le banche centrali che creano denaro per finanziare investimenti in infrastrutture o per tagliare le tasse…
Ancora più insensato è il fatto che i banchieri centrali non realizzano che l’esito più probabile sarebbero le famigerate “conseguenze non desiderate”. Per cui è il caso di riepilogare cosa invece intendevano conseguire la Federal Reserve e le altre banche centrali. In parole povere, il tentativo era quello di stimolare le rispettive economie inflazionando le quotazioni delle attività finanziarie abbassando i tassi fino allo zero, se non oltre. Questo avrebbe indotto le persone, in possesso di maggiore ricchezza, a spendere il maggior denaro, inducendo le imprese ad accrescere gli investimenti in impianti e ad aumentare la manovalanza, rilanciando così l’economia.
Queste erano le intenzioni. Di seguito invece i risultati non desiderati:
1) la ZIRP e la NIRP hanno penalizzato i risparmiatori, costringendoli oltretutto a preferire attività più rischiose, alla ricerca di maggiore rendimento. Le borse ostentano multipli sopravvalutati, mentre i titoli di Stato negli Stati Uniti, in Europa e in Giappone sono ai massimi storici in termini di sopravvalutazione;
2) Chi ha preferite non modificare le proprie abitudini di investimento non spende abbastanza per stimolare l’economia. Al contrario, ha aumentato il risparmio;
3) le aziende dovrebbero investire in capitale fisico e umano. Al contrario, stanno riducendo gli investimenti, limitandosi a ricomprare le azioni proprie, contribuendo a distorcerne il valore;
4) l’economia continua a crescere al ritmo post-recessivo più blando mai registrato dal Dopoguerra ad oggi;
5) l’inflazione resta di gran lunga al di sotto degli obiettivi;
6) creando moneta dal nulla, Stati Uniti, Europa e Giappone stanno rischiando di provocare una crisi di sfiducia nella moneta, che alla lunga potrebbe condurre ad iperinflazione;
7) il debito accumulato durante la bolla immobiliare e la successiva Grande Recessione, potrebbe deflagrare, producendo una crisi deflazionistica.
In conclusione, vorremmo che i nostri lettori comprendessero che il comportamento delle banche centrali è senza precedenti. Ciò pone investitori, mercati, aziende e famiglie in una posizione decisamente scomoda. Nessuno sa cosa succederà. La certezza è che le misure intraprese negli ultimi sette anni e mezzo non hanno sortito gli effetti sperati. Con o senza elicottero, un bear market primario sta per sopraggiungere. Quando arriverà, sarà scoppiata quella che abbiamo battezzato “la bolla delle banche centrali”.

Charles L. (Charlie) Minter è uno dei fondatori della Comstock Partners, Inc., una società costituita nel 1986 e attiva nelle gestioni patrimoniali. Continua...