Pianeta America
Il mercato affronta sfide impegnative

Negli ultimi giorni il mercato ha impostato un rimbalzo dopo le dichiarazioni di vari esponenti Fed che hanno ridimensionato le affermazioni di Bernanke circa la fine prematura del QE. Il dato definitivo sul PIL del primo trimestre, che indica un rallentamento della crescita, ha alimentato la speranza che la minaccia della Fed si realizzi più tardi del temuto. Nel frattempo la Cina ha immesso liquidità a sostegno delle banche, in risposta al surriscaldamento del costo del denaro. Ma i problemi in Cina vanno al di là di una soluzione così semplice.
Sebbene molti abbiano parlato di un’economia USA in miglioramento, i fatti stanno dimostrando diversamente. La revisione del PIL del Q1 ha ridotto il dato annualizzato ad un modesto +1.8%, dal precedente +2.4%. Ciò suggerisce che l’economia è entrata nel secondo trimestre ad un ritmo blando che condizionerà i mesi successivi. La revisione è addebitabile ad una revisione della spesa per consumi dal 3.4 al 2.6%.
Questo rallentamento si sta manifestando anche nel secondo trimestre. La spesa per consumi in termini reali ad aprile è scesa dello 0.1%, ed è salita di appena lo 0.2% a maggio. Se questo dato fosse confermato a giugno il dato di crescita annuale del II trimestre calerebbe all’1.6%, rispetto al 2.6% del I trimestre. Dal momento che la spesa per consumi rappresenta più del 70% del PIL, è chiaro che la crescita dell’economia nel quarto appena concluso sarebbe inferiore a quella già deludente del Q1. Se da un lato ciò indurrebbe la Fed a perpetrare il programma di acquisti di titoli, dubitiamo che un ulteriore rallentamento dell’economia sarà salutato con favore dal mercato.
Oltretutto, i problemi economici e finanziari della Cina impatteranno negativamente sugli Stati Uniti, nonché sul resto del mondo. L’eccesso di infrastrutture e di capacità produttiva ha prodotto ritorni decrescenti. Il debito associato con l’accumulazione di beni capitali è stato nascosto da nuove forme di indebitamento, specie mediante lo shadow banking system. La banca centrale cinese, temendo una bolla del credito, sta tentando di disciplinarne l’andamento. Ma ciò ha fatto schizzare il tasso sui prestiti a doppia cifra dal 3.5% in vigore a maggio. Questo nel momento in cui Bernanke ha ventilato la possibilità di ridurre il QE: ovvio che il mercato azionario ne abbia risentito. A quel punto la PBoC è stata costretta ad iniettare liquidità per ammorbidire lo squeeze che minacciava l’intera economia.
Ma si tratta di un rimedio temporaneo e di breve durata. Il debito delle aziende ha raggiunto il 200% del PIL, c’è un eccesso di capacità produttiva in molti settori, nel momento in cui la crescita delle esportazioni va rallentando. Ciò ha provocato una riduzione degli acquisti di materie prime, creando rallentamenti in nazione tipicamente esportatrici di commodity.
Il deterioramento del quadro economico e finanziario negli Stati Uniti e nel resto del mondo sta creando le condizioni per un importante ribasso di mercato. Sebbene gli investitori ora vedano il rimando della riduzione del QE da parte della Fed come elemento positivo, pensiamo che sia il contrario: un’economia troppo debole per rinunciare al sostegno della Fed sarà negativa per la capacità di produrre profitti. E questo non è certo un contesto che favorisce il rialzo di mercato.

Classe 1971, laurea cum laude in Economia e Commercio con una tesi di laurea sull'analisi tecnica dei titoli di borsa, si interessa da oltre venticinque anni di tecniche di analisi dei mercati finanziari. Continua...