Il mercato azionario non è più sottovalutato

- 24/03/2021
La valutazione fondamentale di mercato è concetto dinamico, non statico: muta col tempo, necessariamente al variare dei fattori esogeni.
Nella sua accezione più brutalmente semplice, la valutazione di mercato è il riflesso di due forze: gli utili generati dalle società quotate, e il vigente tasso di interesse. Maggiori saranno i flussi generati, maggiore sarà la quotazione teorica; idem dicasi se si ridurrà il tasso al quale scontare questi flussi prospettici. Viceversa in caso di contrazione dei profitti aziendali, e di rialzo dei tassi di interesse.
Detta così, sembra facile. Il diavolo si nasconde nei dettagli: utili netti o utili operativi? profitti realizzati negli ultimi dodici mesi (trailing) o attesi (forward) nei prossimi dodici mesi? e poi: quale tasso di interesse prescegliere?
Il modello di valutazione di AGE Italia anni addietro ha tentato di fornire una risposta definitiva a questi interrogativi.
Ciò non equivale a disporre in ogni momento della verità rilevata: il fair value è un livello di riferimento e nulla più.
Ad ogni modo, quando un anno fa il mercato azionario era reduce da un crollo, apparve clamorosamente evidente come il valore teorico di mercato si collocasse su livelli ben superiori. Dal minimo di marzo 2020 così è partito uno spettacolare processo di riallineamento, che soltanto ora ha raggiunto il suo obiettivo: con lo S&P500 giunto a ridosso dei quattromila punti, il fair value non anticipa il mercato. In altre parole, Wall Street non è più sottovalutata.
Resta ora da stabilirsi cosa fare di questa informazione. Perché se un anno fa gli acquisti erano ragionevoli sulla base di una oltraggiosa discrepanza rispetto al valore teorico; il fatto che le quotazioni adesso si collochino sopra il fair value non autorizza certo a liberarsi delle azioni. Per diversi anni, prima del picco del 2007, lo S&P si è posizionato sopra un livello di equilibrio che peraltro a sua volta continuava ad adeguarsi verso l'alto, seppur con persistente ritardo. Anche nei primi dodici mesi del precedente bull market del 2009-2020 le quotazioni correvano ben sopra il livello teorico suggerito dal modello di mercato.
Tutto ciò che sappiamo è che, ora, finalmente, dopo tanti anni; il mercato azionario non è più sottovalutato. Che sia - lievemente - sopravvalutato, è condizione magari anche necessaria, ma di certo insufficiente per tirare i remi in barca.