Pianeta America
Il mercato è in territori inesplorati

A gennaio 1973 Barron’s sintetizzò la sua annuale tavola rotonda con una copertina dal significativo titolo «non c’è un solo Orso in mezzo a noi». Il mercato sarebbe sceso del 50% nei 21 mesi successivi. A mio avviso la borsa in questo momento presenta notevoli affinità con la situazione di 41 anni fa: gli investitori sono quasi unanimemente investiti in borsa, e il mercato è significativamente sopravvalutato. La storia insegna che in queste condizioni il mercato svolta verso il basso, e scende fino a quando il pessimismo torna a prevalere e il mercato raggiunge condizioni di sottovalutazione. E questa in essere non sarà certo un’eccezione.
L’elevato livello di ottimismo è misurato da tutta una serie di indicatori. Come evidenziato da Ned Davis Research, la capitalizzazione di mercato ha raggiunto ora il 126% del PIL: sui massimi di mercato, era all’87% nel 1929, al 164% nel 2000 e al 125% nel 2007. Di converso, era pari soltanto al 31% sui minimi del 1982 e al 58% nel 2009, dopo la crisi del credito.
Il sondaggio settimanale di American Association of Individual Investors mostra che gli investitori impiegano in borsa il 68% del loro patrimonio, rispetto al 77% del 2000 e al 70% del 2007, mentre la quota liquida si attesta al 16% sotto i livelli del 2007. Il sondaggio di Investors Intelligence mostra un 56% di Tori, rispetto al 60% della settimana scorsa: siamo comunque ai livelli più alti dal 2000 e dal 2007. Solo il 15% è ribassista: il dato più basso degli ultimi 27 anni; cioè, dal 1987 (e tutti sappiamo dopo cosa successe). Il Margin Debt è sui massimi di sempre e si colloca al 2.04% della capitalizzazione di mercato, rispetto ad una media degli ultimi 69 anni dell’1.18%. L’attuale proporzione fu superata soltanto nel 2007.
Questo sentiment esuberante è raggiunto nel momento in cui il mercato denuncia una corposa sopravvalutazione. Lo S&P quota 21.6 volte gli utili riportati, rispetto ad una media di 15 (10 sui minimi di mercato). Il rapporto fra capitalizzazione e vendite si attesta a 1.65 volte: più del 2007, ben più di quota 1.30 registrata fra il 1955 e la fine degli anni Novanta.
Anche il momentum va rallentando, con sempre meno azioni che partecipano al rialzo. Ieri, il 69% delle componenti lo S&P500 quotava sopra la media a 50 giorni, e il 79% sopra quella a 200 giorni: è il dato più basso, con il mercato sui massimi annuali, dal 2007. Ad ottobre 600 azioni del NYSE erano sui massimi; oggi sono appena 200.
In definitiva, la perdita di spinta avviene nel momento in cui si riscontra una significativa sopravvalutazione e eccesso di sentiment rialzista. Se la storia fa da guida, il mercato è in una condizione di pericolo, e i margini verso l’alto sono ben risicati, rispetto al potenziale verso il basso.

Charles L. (Charlie) Minter è uno dei fondatori della Comstock Partners, Inc., una società costituita nel 1986 e attiva nelle gestioni patrimoniali. Continua...