Pianeta America
Il mercato è su un terreno scivoloso

Diversi fattori suggeriscono l’imminenza di un massimo di mercato: una stagione degli utili del primo trimestre prevedibilmente deludente, gli effetti del restringimento fiscale, l’inefficacia delle manovre Fed per l’economia, la crisi di Cipro e la recessione globale. Gli utili nel III e IV trimestre non solo sono stati deludenti, ma risultano in calo rispetto ad un anno fa. Storicamente, due trimestri negativi di fila in termini di raffronto annuo sono stati sperimentati soltanto in un contesto recessivo. Per il primo trimestre 2013 si prevede una crescita annuale del 5%, ma il dato è in continuo calo da settembre. Alcuni rapporti adesso suggeriscono una accelerazione della flessione delle stime di utile per il trimestre in corso. I downgrade formulati da alcune società quotate fanno pensare che le delusioni non sono destinate a rimanere isolate.

Gli effetti negativi della “risoluzione” del fiscal cliff e del sequestro sono stati misteriosamente accantonati, ma torneranno presto d’attualità. Lo stesso Bernanke sembra minimizzare, limitandosi a dire che risulterà “in qualche modo negativo”. Difatti le stime della Fed per il 2013 risultano ridotte di appena lo 0.2% rispetto alla crescita prevista a dicembre. Strano, tenuto conto della recente testimonianza al Congresso, in cui il Chairman ha espresso grande preoccupazione per la capacità della Fed di compensare gli effetti negativi della manovra fiscale. Secondo alcune stime, l’accordo sul fiscal cliff e il sequestro sottrarranno 1.5 punti percentuali di PIL: un ammontare che difficilmente sarà compensato; con l’occupazione che secondi alcuni potrebbe calare di 500-700 mila unità, soltanto con il sequestro.
Per quanto concerne la politica monetaria, non sembra che il QE4 stia avendo alcun effetto sull’economia reale. Bernanke ha ammesso questa incertezza quando ha riconosciuto che l’economia è migliorato soltanto nella parte iniziale di ciascuno degli ultimi tre anni, per poi affievolirsi.
La crisi di Cipro è un altro tema che potrebbe avere ripercussioni di lungo periodo sulle borse. Non sappiamo come andrà a finire, e magari fra qualche giorno sarà stato tutto risolto. Ma il punto è che, a prescindere da come sarà risolta la vicenda, l’Unione Europea ha messo in dubbio l’integrità dei depositi bancari in Europa. I correntisti di Spagna, Grecia, Portogallo e Italia inizieranno a ritenere rischiosi i loro conti correnti, accrescendo le possibilità di una corsa agli sportelli, o comunque di un lento ma costante disimpegno.
Nel frattempo l’economia globale continua a rallentare. Il PMI della Germania e dell’area Euro è calato al contrario delle aspettative, con buona parte del Vecchio Continente ancora in recessione. I prezzi delle materie prime ad uso industriale sono in calo, riflettendo una maggiore domanda da parte della Cina. Dopo 23 anni di ristagno, il Giappone si sta avviando ad una nuova stagione di stimoli.
La borsa non può reggersi a tempo indefinito sulla crescita degli utili e sulla politica accomodante della Fed. Un pilastro sta venendo meno e gli sforzi della Fed risultano sempre meno efficaci. A questo punto crediamo che i rischi di inversione di tendenza superino le potenziali di crescita.

Un operatore professionale da molti anni attivo sui principali mercati finanziari mondiali. Continua...