Pianeta America
Il mercato sta disegnando il massimo

Wall Street sembra fare fatica nel continuare a crescere mentre i fondamentali mostrano segni di deterioramento. I recenti dati macro sono risultati deludenti, mentre l’economia globale è in rallentamento, se non in recessione. Al tempo stesso Cipro è ancora nei guai, l’Italia è priva di un governo, la Corea del Nord è sempre più minacciosa, e il Medio Oriente non cambia mai. Il Giappone si sta imbarcando in una politica di stimoli senza precedenti che probabilmente condurrà ad una guerra valutaria globale.
Il mercato azionario mostra segni di divergenza che di solito si sperimentano sul top. Il Russell2000 sotto-performa lo S&P, l’ampiezza di mercato incomincia ad erodersi, i nuovi massimi annuali si affievoliscono e l’indice dei trasporti è in ritardo. Gli investitori cercano riparo negli approdi sicuri, preferendo temi difensivi.
Anche l’economia sembra intiepidirsi, dopo un inizio d’anno scoppiettante. I sussidi settimanali di disoccupazione sono schizzati a 385 mila unità, l’ISM Index è calato a 51.3 punti, mentre quello dei Servizi è ai livelli più bassi da agosto. La spesa per consumi in termini reali è cresciuta di appena il 2% negli ultimi dodici mesi, comunque superando il +0.9% fatto registrare dai redditi personali in termini reali. Conseguentemente il tasso di risparmio è sceso al 2.6%. E dire che gli effetti dell’incremento di imposte di gennaio e del “sequestro” successivo devono ancora manifestarsi.
E se non bastasse, la banca centrale giapponese ha annunciato l’intenzione di avviare un massiccio programmi di allentamento quantitativo senza precedenti, allo scopo di raddoppiare gli asset entro due anni, spingendo il tasso di inflazione al 2%, dopo oltre 20 anni di deflazione. Il piano punta ad acquistare 75 miliardi di dollari di attività al mese: quasi quanto gli 85 miliardi programmati dalla Federal Reserve; solo che il Giappone ha dimensioni pari ad 1/3 dell’economia americana. Il risultato più immediato sarà l’immediata svalutazione dello yen, che renderà le merci giapponesi più appetibili per i consumatori mondiali. Il problema è che un simile tentativo sarà imitato da tutti gli altri stati, provocando una guerra valutaria di stampo deflazionistico, di cui parliamo qui da tempo.
In definitiva, crediamo che il bull market ciclico incominciato più di quattro anni fa abbia esaurito il suo corso e che stia culminando. Il consenso si aspetta una correzione minore, e non vede l’ora di beneficiare di uno sconticino per comprare. Tuttavia, la prima discesa dopo un top è sempre scambiata per correzione; e soltanto dopo che il successivo rimbalzo fallisce di migliorare i massimi, che la realtà di un nuovo bear market è palese a tutti. Ci vorrà del tempo, ma pensiamo che prima o poi un ribasso si manifesterà.

Presidente della Schaeffer's Investment Research, Inc, e autore di "The Option Advisor", un best seller nel settore delle opzioni, di cui esiste dal 1981 una newsletter omonima. Continua...