Pianeta America
Inquietante il collasso di Biotech e Internet stock

La recente debolezza relativa del Nasdaq contrassegna un cambiamento radicale nella leadership di mercato, che raramente si manifesta senza un'inversione di tendenza complessiva. Dal picco del 6 marzo l'indice tecnologico è sceso del 7.3%, mentre lo S&P ha ceduto soltanto il 3.4% dal suo massimo. Ovviamente, le azioni che hanno sospinto verso l'alto il mercato fino ad ora, perdono ben più della media. Dai rispettivi picchi Three D Systems è scesa del 51%, FireEye del 49%, Splunk del 45%, Yelp del 37%, Tableau Software del 35%; Pandora del 35% e Workday del 35%.  Altri nomi come Tesla, Netflix, Facebook, Biogen and Gilead cedono in misura significativa. Si tratta di società che o non realizzano utili, o se li producono, denunciano un P/E stellare: ci ricorda marzo 2000, quando la bolla Internet deflagrò, a fronte di investitori che apparivano riluttanti ad accettare la realtà.
Oltre a questo cambio di leadership, ci sono altre indicazioni che suggeriscono l'esaurimento del bull market durato per più di cinque anni. I nuovi massimi annuali sul listino si riducono ad ogni balzo verso l'alto, il Margin Debt è sui massimi, sia in termini assoluti che in rapporto al PIL; secondo il sondaggio di Investors Intelligence, il sentiment ribassista è ai livelli più bassi dal 1987, e ciò avviene nel momento in cui la Fed sta rimuovendo lo stimolo monetario che ha aiutato moltissimo la borsa a crescere, sebbene l'economia non abbia mostrato lo stesso vigore.
Mercoledì il mercato ha reagito esagerando verso l'alto al rilascio delle Minute della riunione del FOMC di marzo, dalla quale emergeva una Fed più "colomba" di quanto inizialmente ritenuto. Ma il rimbalzo non è andato molto lontano, e questo per validi motivi: la Fed aveva già fornito un chiarimento subito dopo la riunione, in cui si specificava il pensiero della Yellen. Niente nelle minute modificava di una virgola le affermazioni originarie: che confermavano il permanere dei tassi su livelli prossimi allo zero, ben dopo la fine del QE. Quando alla Yellen fu chiesto in conferenza stampa cosa si dovesse intendere con questo lasso temporale, lei si affrettò a rispondere «sei mesi»; precisando però che tutto sarebbe dipeso dai dati macro che sarebbero sopraggiunti.
Si è discusso anche dei cosiddetti "puntini", che secondo alcuni governatori della Fed traccerebbero la traiettoria dei tassi di interesse ufficiali nei prossimi tre anni. Le minute chiariscono questo punto, e non apportano sostanziali novità; fermo restando che questa inclinazione può cambiare anche in brevi archi di tempo.
In definitiva, prendiamo atto del cambiamento di leadership nel momento in cui la Fed sta progressivamente riducendo lo stimolo monetario, e la crescita economica non accelera. Questo è parte di un processo di esaurimento del rialzo che sarà ad un certo punto seguito da un importante ribasso.

Classe 1971, laurea cum laude in Economia e Commercio con una tesi di laurea sull'analisi tecnica dei titoli di borsa, si interessa da oltre venticinque anni di tecniche di analisi dei mercati finanziari. Continua...