Pianeta America
Jimmy Carter aveva ragione (II Parte)

Se prendiamo per vere le previsioni degli analisti per il terzo trimestre, gli utili degli ultimi dodici mesi alla fine di settembre si saranno attestati a 90.65 dollari il che, sulla base di una quotazione a 2168 punti, fornisce un P/E di 23.9 volte. Se non trovate che sia un mercato sopravvalutato, ponetevi questa domanda: se aveste ereditato un’azienda che produce un utile netto di 100.000 dollari all’anno al netto di tasse, che crescesse di non più del 2% all’anno, e qualcuno vi offrisse per rilevarla quasi 2.4 milioni di dollari, non la vendereste? Io penso che sareste sciocchi se non afferraste il denaro, avviando nel caso un’altra azienda. In caso contrario o siete degli inguaribili ottimisti, o credete di poter trovare un compratore ancora più pazzo.
Come riferimento storico, prendiamo le ultime due bolle dell’era moderna: quella della tecnologia di fine anni Novanta, e quella immobiliare dello scorso decennio. La prima, culminata nel 2000, vide il P/E arrampicarsi fino a 27.8 volte gli utili. Era un’epoca in cui la follia arrivava al punto tale che la gente valutava le aziende sulla base dei click che potevano vantare i rispettivi siti. Quando la bolla scoppiò, la decurtazione sfiorò il 50%. È vero che il P/E raggiunse livelli anche superiori a quelli correnti, ma la follia dell’epoca è oggettivamente eccezionale e irripetibile.
In occasione della bolla immobiliare, il P/E raggiunse un estremo di 17.8 volte gli utili. Un anno dopo, prima del crollo del mercato azionario, gli utili erano nel frattempo precipitati, sicché il P/E schizzò a 25.4 volte (non lontano dai livelli correnti). Alla fine il mercato perse il 57% rispetto al massimo di ottobre 2007.
Il punto, come i nostri lettori più anziani ben sanno per averne parlato diverse volte in tutti questi anni, è un bear market non è troppo lontano. Il multiplo di borsa raggiunto è molto elevato, sul piano storico. In circostanze simili, nel passato, il ridimensionamento del listino è risultato molto severo. Quando arriverà il prossimo bear market, favorito da un “cigno nero” al momento ignoto? nessuno lo può sapere. Tuttavia, poiché ci troviamo nella terza bolla dell’era moderna, quella delle banche centrali, e visto che gli investitori di tutto il mondo sono stati costretti a mollare i titoli di Stato per cercare rendimento nel mercato azionario, tutto ciò non può che finire malissimo. Gli investitori si sono trasformati in speculatori. Siamo tutti sullo stesso lato della barca. E quando la navigazione si farà difficile, sarà difficile rimanere a galla.

Giornalista finanziaria dalla fine degli anni '90. Continua...