Pianeta America
L'effetto "prezzo alto" sulla tendenza delle azioni

I nomi più popolari della borsa americana - Apple, Amazon, Facebook, Tesla - hanno un aspetto in comune: quotano a tripla cifra. Certo, una volta non era così. Ma da qualche anno a questa parte gli split azionari non vanno più di moda, per cui il fenomeno delle società che quotano oltre 100 dollari è dilatato. La figura in basso lo conferma: più del 13% delle società su cui sono disponibili opzioni, quota più di questa soglia; sui massimi del 2007, la proporzione non superava il 4%. Per cui ci si chiede se questa circostanza possa influire sulla tendenza futura.

A tal fine, sono risalito fino al 2012, calcolando i ritorni su base trimestrale, partendo dallo scaglione di prezzo all'inizio del quarto. Nella tabella in basso, la prima cosa che si nota è che le azioni dal prezzo più basso hanno conseguito un ritorno medio del 55% a trimestre; e non si tratta di un errore! Ovviamente, il calcolo si riferisce soltanto alle società che in seguito non sono fallite. Evidentemente, queste società scendono molto di prezzo, prima di azzerarsi; ma, di questo, lo studio non tiene conto.
La seconda osservazione è la differente volatilità fra scaglioni. Le società che quotano a singola cifra sono salite in media del 20%; quando scendono, in media lo fanno in misurta pari a più del 15%. Scendendo in basso nella tabella, dove incontriamo le società dal prezzo più elevato, si scorge come il guadagno medio o la perdita media sia di circa il 10%: per cui su questo fronte si scorge minore variabilità.
Un'ultima osservazione è che le azioni dal prezzo più elevato vantano maggiori probabilità di far registrare performance positive.

* Rocky White per Schaefferresearch.com

Presidente della Schaeffer's Investment Research, Inc, e autore di "The Option Advisor", un best seller nel settore delle opzioni, di cui esiste dal 1981 una newsletter omonima. Continua...