Pianeta America
L’effetto scadenze tecniche si fa sentire a Wall Street

Giornata di scadenze tecniche a Wall Street e quindi difficile da valutare in termini di reale recupero o peggioramento delle perdite. Ieri come sappiamo è stata la peggiore seduta dell’anno – in realtà la peggiore dal novembre del 2011 – per i listini con il Dow Jones che ha perso ben oltre 300 punti tornando al di sotto di livelli tecnici importanti, come accaduto anche allo S&P 500. Effetto Bernanke e Federal Reserve? Forse, ha indicato Peter Cardillo, Chief Market Economist per Rockwell Global Capital, ma i movimenti sono soprattutto da attribuire alle forti vendite di titoli di Stato americani da parte della banca centrale cinese che si è ritrovata sotto pressione per via del cash crunch che tormenta il Paese. La necessità di portare liquidità sul mercato ha spinto la Cina a vendere T-Bond e il decennale statunitense ha raggiunto rendimenti al 2,5% oggi e al 2,4% ieri. Fattore che ha provocato una fuga di investitori ed ha accelerato l’effetto delle scadenze tecniche di oggi (le quattro streghe).
Peter ricorda che ieri le flessioni marcate hanno riguardato tutti i mercati ovvero l’azionario, l’obbligazionario, le materie prime, quindi è difficile attribuire alle flessioni solo le parole di Bernanke. Considerato soprattutto che il mercato aveva reagito al comunicato della Fed e alla conferenza stampa di Bernanke già nella giornata di mercoledì con delle perdite contenute.

Il mercato voleva chiarezza ed è arrivata, il processo di rallentamento degli stimoli inizierà presto. Bernanke ha fatto la cosa giusta secondo Peter, ha voluto preparare i mercati in anticipo. In realtà lo aveva fatto già indirettamente nelle ultime settimane attraverso il dibattito pubblico tra i vari esponenti della banca centrale sulla durata del QE3. Gli economisti già avevano calcolato una possibile riduzione egli stimoli a partire dal prossimo autunno soprattutto dopo l’ultima ondata di dati economici che hanno confermato la fase di rafforzamento in corso e la ripresa dal periodo di rallentamento che durava da qualche mese. Dati che puntano, sottolinea Peter, ad una crescita economica al 2,5%-3% ovvero un’espansione robusta e ‘normalè. Quindi Peter pensa che il discorso di Bernanke sia stato valido ma che sia arrivato in un momento difficile in cui sul mercato hanno agito diverse forze (vedi le vendite di bond da parte della Cina). Bernanke, ricorda ancora Peter, ha cercato di convincere il mercato che il fine degli stimoli non è il supporto dei mercati finanziari. Ma il pericolo che proprio i mercati dirigeranno le decisioni della banca centrale è sempre presente. Anche se, dice Peter, una volta terminate le vendite di T-Bond da parte della Cina, l’obbligazionario americano tornerà a concentrarsi sulla crescita economica e i rendimenti scenderanno di nuovo tra il 2% e il 2,25% con conseguente ritorno della calma sui mercati.
Intanto i movimenti di ieri hanno portato a danni tecnici importanti. Lo S&P 500 però dovrebbe riuscire a rimanere sopra 1575 una volta finite le forti oscillazioni che derivano dalle scadenze tecniche. La seduta di oggi, proprio per via delle scadenze, non ci fornirà segnali importanti sulla direzione del mercato. La vera prova per i mercati dal punto di vista tecnico sarà la prossima settimana. Tanti i dati economici in arrivo, ricorda Peter, soprattutto il dato finale sul Pil del primo trimestre e l’indice di fiducia dei consumatori. Su quest’ultimo indicatore potrebbe aver inciso la volatilità dei mercati delle ultime due settimane.
Peter prevede un recupero per i listini, la prossima potrebbe essere una settimana di riflessione in cui i mercati si adegueranno all’idea di una riduzione a fine anno degli stimoli della Federal Reserve, Cina permettendo.

* Lina Cagossi è video blogger @insidetheexchange.com.

Classe 1971, laurea cum laude in Economia e Commercio con una tesi di laurea sull'analisi tecnica dei titoli di borsa, si interessa da oltre venticinque anni di tecniche di analisi dei mercati finanziari. Continua...