Pianeta America
La bolla delle banche centrali (3 di 3)

Se possibile, la situazione è persino peggiore nel resto del mondo. Il debito totale globale è cresciuto negli ultimi vent’anni da 40 a 200 trilioni! Nel frattempo il PIL globale è cresciuto di appena 40 trilioni nel medesimo arco di tempo. Nel frattempo sono emerse criticità sistemiche poco dibattute: come il debito da 130 miliardi di Petrobras, che non sarà mai rimborsato. Per cui, al pari degli Stati Uniti, tutto questa deflazione nel mondo continuerà ad incidere, con le tasse che saranno aumentate, la spesa pubblica che sarà tagliata, le insolvenze che monteranno e gli asset finanziari che si sgonfieranno.
Parliamo del nostro mercato azionario. È ampiamente riconosciuto che il riacquisto di azioni proprie da parte delle aziende è stato un fattore primario di sostegno dei listini. Secondo Factset negli ultimi dodici mesi il riacquisto di azioni proprie ha raggiunto i 555 miliardi di dollari a giugno, per un incremento dell’1.3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tuttavia, il free cash flow è sceso del 28.6% a 514 miliardi. In altre parole, le società dello S&P hanno speso per l’acquisto di azioni proprie più liquidità di quanta generata dalla gestione caratteristica!
È anche vero che nel frattempo è cresciuto l’indebitamento aziendale. Quattro anni fa, le emissioni di corporate bond toccarono un massimo storico; da allora, sono ulteriormente cresciute del 15% all’anno: il riacquisto di azioni proprie è stato finanziato mediante ricorso all’indebitamento. Un debito che prima o poi dovrà essere ripagato: un altra ragione per nutrire dubbi sulla capacità di crescita futura.

In linea di principio non è una cattiva idea ricorrere al debito per acquistare una attività sottovalutata. Tuttavia, il mercato azionario americano è estremamente caro. Prendiamo il rapporto fra capitalizzazione e vendite dello S&P, che vanta una buona correlazione con I ritorni successivi, mostrato qui in alto. Chi si giudichi il paniere in termini medi , o mediani, il PrIce/Sales ratio è su un estremo. E questi livelli in passato sono stati raggiunti in occasione dei massimi di mercato.
In conclusione vorremmo reiterare il concetto della “bolla delle banche centrali”: l’azione da parte delle banche centrali di Stati Uniti, Giappone, Area Euro, Cina e di altre banche centrali minori ha creato una bolla mondiale degli asset finanziari che ha iniziato a sgonfiarsi. La deflazione è fra di noi, favorita dal comportamento di governi e banche centrali. Molte commodity sono in caduta libera. Gli stati stanno svalutando le proprie divise, nell’ambito di una corsa al ribasso. Le società hanno ricomprato oltre 1000 miliardi di dollari di azioni, pagandole carissime, e indebitandosi per farlo. La spesa in conto capitale nel frattempo langue.
Nel momento in cui scriviamo, 231 società dello S&P500 distano più del 20% dai rispettivi massimi. Il mercato ha avviato il suo declino, e il ribasso sarà incisivo e prolungato. Gli effetti di 80 mesi di tassi zero e di una montagna di debito non saranno corretti nel giro di poche settimane. Ci aspettiamo che il mercato rimanga sotto pressione fino a quando gli eccessi non rientreranno.

Giornalista finanziaria dalla fine degli anni '90. Continua...