La bolla delle banche centrali: come tutte le altre

- 09/03/2015
A fine anno Novanta eravamo criticati perché continuavamo a mettere in guardia i nostri vecchi lettori circa il gonfiarsi di una bolla che sarebbe alla fine esplosa, producendo danni per diversi anni. Eravamo soliti richiedere un canone per la lettura delle nostre argomentazioni durante gli anni Ottanta e Novanta, ma raggiungemmo un tale livello di frustrazione che nel 1999 decidemmo di cessare di produrre report a pagamento.
La ricerca dal titolo “Analizza questo” fu l’ultima venduta ad un prezzo, e si può ben comprendere oggi la frustrazione nel rievocare quell’analisi: «quando saranno scritti i libri di storia del mercato azionario, l’attuale periodo sarà citato come esempio dell’irrazionalità che dilaga sui massimi di mercato, e gli investitori futuri si chiederanno come mai sia stato possibile raggiungere una simile condizione. Ciò non meraviglia, dal momento che tipicamente sui massimi la maggioranza degli investitori è ignara dell’eccezionalità del momento, visto che il top coincide con il momento di massimo ottimismo, così come i minimi si formano quando il pessimismo è dilagante». Nell’analisi si proseguiva descrivendo il livello oltraggioso raggiunto dalle valutazioni, che si trattasse di confrontarle con gli utili, con il cash flow, con le vendite, con il valore patrimoniale o con i dividendi.
Il triennio 2005-2007, culmine della bolla immobiliare, fu altrettanto frustrante. Se si consultano i vecchi articoli pubblicati in quell’epoca, si noterà una perseveranza nel discutere di quotazioni immobiliari a livello di bolla. La “bolla delle banche centrali” che si sta ora formando, promette di ripetere queste esperienze.
Abbiamo già fatto notare ai lettori come la Federal Reserve non aumenti i tassi da nove anni. Nel frattempo, abbiamo avuto un tasso ufficiale schiacciato sullo zero, un’espansione del bilancio da 800 a 4500 miliardi, tre programmi di Quantitative Easing e una “Operation Twist”. Il risultato di tutto ciò è stato quello di espandere il valore delle attività finanziarie a livelli quasi senza precedenti. Il mercato azionario è triplicato di valore in sei anni mentre tutte le attività reali sono salite in guisa considerevole nel medesimo arco di tempo.
Al momento, la Fed appare determinata a ribaltare la politica monetaria accomodante perseguita per indurre questo boom degli asset, finalizzato alla creazione di un effetto ricchezza a beneficio delle famiglie (specie quelle più abbienti). Ora che la Fed ritirerà gli alcoolici che hanno allietato il party, mentre i nostri partner commerciali riempiono i propri bicchieri, cosa pensate che accada alle attività che hanno beneficiato di una politica monetaria ultraaccomodante?
Mentre la Fed si appresta ad aumentare i tassi di interesse, molte economie straniere adottano gli strumenti promossi dalla Fed in questi ultimi sei anni. Ciò ne deprimerà le monete, mentre il dollaro continuerà ad apprezzarsi. Queste “guerre valutarie” aiuteranno le borse e le economie dei nostri partner. Per cui potremmo vedere le borse straniere apprezzarsi, mentre Wall Street inverte la sua tendenza. Giappone ed Europa hanno avviato i rispettivi QE, mentre Cina e India stanno riducendo i tassi di interesse. Sebbene la Fed si proponga come l’artefice dell’uscita dalla Grande Recessione, troviamo che abbiamo parecchio di cui preoccuparsi. La formazione di nuovi massimi storici potrebbe essere interrotta e il mercato incominciare a flettere, mentre sullo sfondo non è stato ancora affrontato il problema della crescita del debito accumulato negli ultimi trent’anni, e salito dal 155 al 367% nel 2007, per ridimensionarsi oggi ad appena il 330%.