La borsa prezza la perfezione (I Parte)

- 13/03/2017
Il Trump rally, iniziato durante la notte elettorale dello scorso 8 novembre, ha portato le quotazioni a prezzare la perfezione. I fondamentali stanno migliorando e il proposito del presidente Trump di tagliare le imposte, rivedere le normative e stimolare la crescita con maggiori investimenti pubblici, non fanno altro che aggiungere benzina sul fuoco. Ci sembra che ormai ogni possibile beneficio sia stato scontato, nell’ambito di un clima senza precedenti in tutta la storia degli Stati Uniti d’America.
Oltretutto, non è affatto scontato che Trump otterrà dal Congresso tutto ciò che desidera. Lo scenario più benigno è già stato scontato dal mercato, ma se ci sarà resistenza all’approvazione dei progetti di riforma, o ritardi di qualsiasi tipo, la borsa ne risentirà. Nei prossimi giorni gli USA dovranno rivedere il tetto al bilancio federale, e non crediamo che Wall Street se ne sia ancora accorta. Con un debito già alle stelle, e con tassi di interesse crescenti, non crediamo che i falchi fra i repubblicani, che da anni si battono per contenere il deficit, si daranno da fare per mostrarsi indulgenti su questo fronte, in assenza di contestuali tagli alle spese. Senza considerare che l’opposizione democratica non si risparmierà. Per cui la Trumponomics che il mercato considera un dato di fatto, sarà nella realtà molto più difficile da conseguire.
La Fed noncurante continua a promuovere l’idea di tre aumenti dei tassi nel corso dell’anno. Pensiamo che la banca centrale stia giocando col fuoco, dal momento che il colosso da 20 trilioni di dollari, è debito a breve scadenza, con una cedola media di poco inferiore al 2%, senza considerare le passività fuori bilancio che aggiungono 100 trilioni al conto, e che metteranno il Tesoro e la Federal Reserve in seria difficoltà, quando i tassi di mercato rispecchieranno la normalizzazione della politica monetaria. Senza considerare che il surriscaldamento in atto del mercato del lavoro, con effetti peraltro negativi per i margini di profitto, la Fed fronteggia un contestuale aumento indesiderato dei prezzi al consumo.