Pianeta America
La cieca fiducia nella Fed non basta

La formazione di un nuovo massimo storico sullo S&P non poggia ne’ sull’economia, ne’ sugli utili, ne’ sui fondamentali: si basa quasi esclusivamente sulla cieca fiducia nella capacità della Fed di fornire liquidità a sufficienza per continuare a sognare. Da questo punto di vista l’attuale rialzo ricorda quello di fine anni ’90, o di quando la bolla immobiliare pose fine al rialzo nel 2007.
Sebbene sia realistico ritenere che l’economia crescerà del 3-3.5% nel primo trimestre, il ciclo ha chiaramente segnato il passo a marzo. Il sondaggio mensile della NFIB è in calo, e si colloca appena due punti sopra il minimo dello scorso anno. Questo calo suggerisce una flessione nelle vendite, e la scarsa disponibilità ad assumere. Le buste paga create nel mese di marzo sono state appena 88 mila mentre l’ISM Index è sceso al livello più basso da agosto. L’ISM Servizi è ai livelli più bassi da dicembre. La spesa per consumi in termini reali è cresciuta di appena il 2% negli ultimi dodici mesi, malgrado peraltro il reddito in termini reali sia cresciuto di appena lo 0.9%: ciò a discapito del tasso di risparmio, sceso ad appena il 2.6%. Con la crescita occupazionale in dissipamento e con gli effetti negativi dell’aumento delle imposte di gennaio che incominciano a farsi sentire, le vendite al dettaglio continueranno a rallentare nei mesi entranti. Non dimentichiamo che le famiglie sono ancora gravate da un massiccio indebitamento.
Gli investitori devono aver dimenticato questi dati. Il PIL nel primo trimestre dovrebbe crescere del 3.6% annualizzato per mantenere il recente ritmo di crescita del 2% annuo. Anche gli utili delle società non sostengono più la crescita del mercato. Gli utili operativi sono cresciuti di appena lo 0.4% nel 2012, e sono calati nel Q3 e Q4 rispetto ad un anno prima. Il consenso si aspetta una crescita del 15% nel 2013: un dato altamente irrealistico alla luce dell’attuale congiuntura. D’altro canto, le previsioni sui profitti si sono sempre rivelate errate per eccesso.
Il mercato inoltre è vistosamente in ipercomprato. Chi ritiene che il mercato poi sia sotto-valutato o equamente valutato, usano di solito le stime future di profitto o gli utili operativi: un metodo assolutamente sbagliato, rispetto a quello basato sugli utili già contabilizzati, che però di solito produce un P/E sensibilmente superiore. La cosa migliore da fare è quella di utilizzare misure smussate su un lungo arco di tempo: la nostra stima di EPS si attesta attualmente a 81 dollari, il che produce un P/E di 20 volte.
In definitiva, la mancanza di sostegno da parte dell’economia, gli utili e i fondamentali lasciano la Fed come unico supporto al mercato. È vero il vecchio motto “Don’t fight the Fed”, ma questo non è stato vero nel 2001-2002 e dal 2007 al 2009. La banca centrale americana può solo tentare di compensare l’impatto della manovra fiscale restrittiva, ma non riuscirà mai a rivitalizzare l’economia.

Classe 1971, laurea cum laude in Economia e Commercio con una tesi di laurea sull'analisi tecnica dei titoli di borsa, si interessa da oltre venticinque anni di tecniche di analisi dei mercati finanziari. Continua...