La Fed discutera’ del QE3 in marzo

- 21/02/2013
La Federal Reserve è divisa sul futuro del QE3 e nella prossima riunione del FOMC (19-20 marzo) considererà cambiamenti al programma di acquisto di bond. Secondo i verbali dell’ultima riunione del comitato direttivo di politica monetaria della Fed alcuni membri hanno avanzato diverse idee tra cui un graduale ritiro del QE3, la fine del programma prima del raggiungimento degli obiettivi legati al tasso di disoccupazione o la sostituzione del QE3 con l’impegno di non vendere asset per un periodo prolungato. Secondo altri membri tuttavia è troppo presto, l’interruzione del programma di stimolo avrebbe gravi ripercussioni sull’economia americana. Ripercussioni che si avrebbero anche sul mercato azionario e la Fed lo sa. per questo nel corso della riunione si è parlato anche del preoccupante effetto della politica monetaria della Fed sulla maggiore propensione al rischio da parte degli investitori.
Del resto lo sappiamo, il rally è sostenuto dalle banche centrali, non solo dalla Federal Reserve, e dalla liquidità che iniettano sui mercati finanziari. Me lo ricorda Kenneth Polcari, Director NY floor Operations per òNeil Securities, che sottolinea come alcuni investitori siano confusi dall’attuale movimento dei listini che continua nonostante le indicazioni negative come i dati economici contrastanti, l’imminente Sequestration e la recessione economica in Europa. Analisti e responsabili delle strategie qui negli Stati Uniti prevedono ancora un 2013 stellare per l’azionario americano con conseguente passaggio dei capitali dal fixed income e dai mercati esteri sui titoli statunitensi. Fattore che spinge ancora i listini su nuovi massimi e sopra soglie tecniche importanti. Ieri lo S&P 500 ha chiuso sopra 1525, livello che da due settimane prova a sfondare e che potrebbe diventare un supporto e aprire la strada al raggiungimento di 1565, i massimi di sempre. Incredibile. Come ha già detto più volte Kenny “you cannot fight the Fed”. E il mercato continua a correre.
Per quanto riguarda le prossime scadenze, Kenny individua il Sequestration come un momento importante per i mercati che però già segnalano di aspettarsi un accordo in Congresso per evitare i tagli automatici alla spesa (che il CBO calcola costeranno 750 mila posti di lavoro…quattro volte il numero di occupati creati il mese scorso).
I dati sul mercato immobiliare di oggi (nuovi cantieri aperti) ci mostrano che si costruiscono meno appartamenti ma più case mono familiari (massimi di 4 anni). Dati che non entusiasmano gli economisti: Barclays riduce le stime sul Pil del primo trimestre dello 0,1% all’1,4%. Anche Kenny è scettico sui recenti miglioramenti del mercato immobiliare. Un settore sostenuto artificialmente dalla Federal Reserve e dalla sua politica di bassi tassi di interesse. Politica che non basta ad innescare un boom. Gli americani sono ancora troppo preoccupati per il futuro del loro posto di lavoro per investire in un immobile.
* Lina Cagossi è video blogger @insidetheexchange.com.