La minaccia degli uragani coinvolge anche Wall Street?

- 15/09/2017
Gli uragani che hanno spazzato via le località costiere degli Stati Uniti, hanno scosso le mai granitiche certezza degli investitori; sempre pronti a cercare lo spettro che li allontani stabilmente dalle performance generosamente offerte da otto anni e mezzo di bull market.
Dopotutto, come dare loro torto? l’impatto dei fenomeni naturali trascende la sfera finanziaria, per colpire innanzitutto l’economia di una nazione. Ce ne siamo accorti immediatamente la scorsa settimana; quando le richieste di sussidi iniziali di disoccupazione sono schizzate a quasi 300 mila unità. Un dato certamente anomalo, nell’ambito della tendenza calante sperimentata da anni.
Rispetto all’andamento medio a 5 settimane (linea blue) non si fa fatica a scorgere le rilevazioni settimanali (puntini neri) anomale: prima d’ora, si scorge l’episodio di novembre 2012, quello di aprile 2011 e prima ancora la fiammata di dodici anni fa, quando Katrina mise in ginocchio l’economia americana.
Per quello che ci interessa da vicino, è interessante notare come gli eventi eccezionali che produssero una fiammata delle richieste di sussidi, non decretarono mai l’esaurimento del bull market, sebbene in un caso – aprile 2011 – Wall Street conobbe una significativa correzione, prima di ripartire.
Ma torniamo al nostro grafico degli UIC (Unemployment Initial Claims). Alla luce della evidente correlazione inversa con l’andamento del mercato azionario (e, a monte, del ciclo economico), sorge spontaneo rovesciarne la scala. In secondo luogo, proviamo ad aggiungere una media mobile più “conservativa”. Si ottiene questo grafico...
...che chiarisce bene un aspetto: il mercato azionario entrò in bear market, e l’economia USA in recessione, non prima che si sperimentasse una definitiva inversione di tendenza sul fronte degli UIC.
Vale a dire quando, sul finire del 2007, la media a 5 settimane degli UIC penetrò verso il basso (visivamente; nella realtà, verso l’alto) la media mobile di lungo periodo; qui riportata tratteggiata. Come controprova possiamo proporre l’inversione di tendenza sperimentata sul finire del 2009: certo, tardiva rispetto al minimo di marzo di quell’anno; ma chi non farebbe oggi carte false per poter vantare l’acquisto di S&P a 1200 punti?
Questo per dire che il dato della settimana passata, per quanto eccezionale, resta ben “al di sopra” della media mobile spartiacque; e che pertanto, in soldoni, non ci sono pericoli immediati per l’economia americana e per Wall Street, fino a quando gli UIC si manterranno oltre le 265 mila unità, in termini beninteso di media a cinque settimane.