La svolta macro quando più te l'aspetti

- 16/02/2023
Si va diffondendo una sensazione di disfatta da parte dei molti che confidavano strumentalmente nella prospettiva di una recessione nella prima metà di quest'anno. Il tanto paventato pericolo non si manifesterà, a giudicare dai dati provenienti da tutto il mondo: negli Stati Uniti le proiezioni di crescita più recenti sono orientate verso il +2.4% annualizzato nel primo trimestre, in Europa nonostante il tightening le sorprese macro hanno prevalso, mentre in Cina il reopening tanto anticipato quanto deciso, ha indotto già alcune banche di investimento a rivedere verso l'alto le stime di crescita: +6.5% è la previsione più recente di Goldman Sachs per il 2023. Con effetti prevedibili per il resto delle economie emergenti.
È naturale che questa ripartenza corale si rifletta in una ripresa economica generalizzata. In effetti chi scrive l'ha anticipato cinque settimane fa, in sede di 2023 Yearly Outlook di AGE Italia: un minimo congiunturale era da attendersi nel primo trimestre di quest'anno. Obiettivo raggiunto.
Da anni il Global PMI manifatturiero calcolato da JP Morgan, conosce una successione ciclica di circa tre anni e mezzo: 41-42 mesi, per l'esattezza. Massimi e soprattutto minimi congiunturali sono cadenzati da questo arco di tempo. Un minimo per il barometro manifatturiero mondiale era dunque previsto fra dicembre 2022 e marzo 2023.
A 41 mesi dal bottom ciclico di metà 2019, il PMI globale ha prevedibilmente replicato, con il dato di gennaio, inferiore ai 50 punti ma in miglioramento, che promette di essere seguito da analoga confortante dinamica nel mese in corso.
Se le attese dovessero ottenere definitivo riscontro, la risalita del PMI sarebbe uno smacco per chi confidava nella recessione, ed al contrario una conferma per chi ha aggiunto Equity in portafoglio, puntando su una ripartenza che obiettivamente un paio di mesi fa era difficile da scorgersi. Difficile, ma non impossibile.