Le implicazioni sullo S&P500 dei "minimi a V"

- 12/06/2025
In meno di quattro mesi, l'indice S&P 500 (SPX) ha raggiunto il massimo storico, è sceso di oltre il 15% e ora è risalito fino a sfiorare nuovamente quel massimo. Questo rapido calo e questa rapida ripresa hanno dato forma a quello che è noto come “V-bottom” (fondo a V). Il grafico sottostante chiarisce da dove deriva questo nome.
In previsione dell'avvicinarsi di questo massimo storico, esaminerò come si comporta tipicamente l'S&P 500 quando il massimo incombe. Poi, restringerò l'attenzione ai V-bottom, come li definisco io, per vedere se questo cambia le implicazioni di ciò che troviamo.
Tornando indietro al 1950, ho riscontrato che in alcune occasioni l'indice SPX ha registrato un calo di almeno il 10%, per poi risalire fino a sfiorare il massimo storico (più precisamente, entro lo 0,2%). Mi sono chiesto se il massimo storico incombente fungesse da potenziale resistenza. I dati riportati di seguito ne forniscono la prova. Nei 20 casi in cui l'indice SPX ha raggiunto il suo massimo storico dopo un calo significativo, ha registrato una perdita media dello 0,27% nel mese successivo.
Anche il rendimento medio trimestrale dell'1,33% è inferiore al rendimento tipico, nonostante l'80% dei rendimenti sia positivo. Questo, insieme al modesto rendimento medio positivo di appena il 2,84%, indica che l'indice è in fase di stallo e tende a muoversi lateralmente per quel periodo di tre mesi. Gli investitori a lungo termine hanno meno motivi di preoccuparsi, poiché i rendimenti a sei e dodici mesi sono vicini ai rendimenti tipici.
Come ho già detto, il grafico attuale mostra un calo e un rialzo particolarmente rapidi, che formano un fondo a V. Per vedere se questo cambia qualcosa, ho preso tutti i segnali dai dati sopra riportati e ne ho trovati sette in cui il calo e il rialzo sono avvenuti in un periodo di sette mesi (questo mi è sembrato un buon limite, dato che tutti gli altri segnali di calo/rialzo hanno richiesto almeno 13 mesi). La tabella sottostante riassume i rendimenti dell'indice dopo questi segnali.
I rendimenti a breve termine sono leggermente peggiori in questi casi. Continuiamo a vedere un rendimento medio mensile negativo, ma ora con poco meno della metà dei rendimenti positivi. I rendimenti medi trimestrali sono scesi a una perdita dello 0,66% e la percentuale di rendimenti positivi per quel periodo è passata dall'80% nella tabella sopra riportata all'attuale 57%. Anche in questo caso, i rendimenti a lungo termine sono meno influenzati.
L'ultima tabella mostra i sette casi di un minimo a V per l'indice SPX dal 1950. L'ultimo risale al rialzo seguito alla pandemia di Covid-19, durante il quale l'indice ha guadagnato oltre il 30% nell'anno successivo. Come accennato in precedenza, l'indice è risultato più alto ogni volta nel mese successivo. Tuttavia, nel breve termine, il massimo storico potrebbe aver rappresentato una resistenza significativa, con l'indice in calo di oltre l'1% nel primo mese dopo il segnale. Dopo due dei tre V-bottom passati, l'SPX ha faticato non solo nel breve termine, ma anche nel lungo termine, con rendimenti negativi un anno dopo.