Pianeta America
Le visioni contraddittorie della Fed

Sebbene il mercato abbia risposto in modo decisamente positivo alle affermazioni di Bernanke sulla politica monetaria della Fed, ben poco è cambiato, e gli effetti saranno soltanto temporanei. Quello che ha infiammato il mercato è stata la dichiarazione secondo cui “quello di cui abbisogna l’economia americana è una politica altamente accomodante da parte della Fed per il prossimo futuro”. Ma questa dichiarazione, se esaminata da vicino, ribadisce quanto già in precedenza affermato.
Bernanke ha sempre affermato che una riduzione nell’ammontare di titoli acquistati dalla Fed non rappresenti un restringimento della politica monetaria, dal momento che il bilancio Fed continuerebbe ad espandersi. Ha anche rimarcato in passato che il quantitative easing e la gestione dei tassi di interesse sono due cose differenti, e che il tasso sui Fed fund resterà a zero a tempo indefinito, o comunque fino a quando sarà necessario. Le recenti dichiarazioni del governatore non mutano questo orientamento: egli ha semplicemente affermato che la politica monetaria resterà altamente accomodante, ribadendo un concetto già espresso. L’aspetto importante è che in nessun punto del suo discorso ha ritrattato la sua affermazione circa la possibilità che l’assottigliamento del programma di acquisti trovi concretezza verso la fine dell’anno, cosa che in precedenza ha scosso il mercato.
Bernanke probabilmente è rimasto scioccato dalla reazione del mercato obbligazionario, che avrebbe minacciato di far deragliare tutto quello che è stato costruito in questi tre anni. Assieme ad altri membri del direttorio, hanno concesso alcune dichiarazioni che fino a ieri non sono riuscite a rovesciare la tendenza. E comunque i rendimenti pubblici sono scesi soltanto marginalmente, minacciando tuttora il recupero del settore immobiliare.
In aggiunta, le minute dell’ultima riunione del FOMC, rese note poche ore prima delle dichiarazioni di Bernanke, hanno fornito una visione più contraddittoria. Nel tentativo di sintetizzare le differenti opinioni dei membri del Comitato, si sono usate espressioni come “un membro”, “due membri”, “un altro membro”, “alcuni membri”, “diversi membri”, “la maggior parte dei membri”, eccetera. È parsa evidente la mancanza di accordo fra i vari membri circa il futuro della politica monetaria.
A mio avviso, l’economia rimane troppo affannata per consentire una riduzione in tempi brevi del programma di acquisto di titoli pubblici. Il PIL è cresciuto di appena l’1.8% nel primo trimestre e sembra che farà anche peggio nel secondo: dopo il rilascio del dato sulle scorte all’ingrosso, molti analisti hanno tagliato la previsione all’1.0%. Nel frattempo, l’Europa meridionale è di nuovo in difficoltà, e minaccia una nuova crisi. Le esportazioni cinesi, motore dell’economia, sono scese del 3% rispetto ad un anno fa: è la prima lettura negativa da novembre 2009. Ma ciononostante, il primo ministro ha ribadito che non procederà a stimoli fiscali, e che si soffermerà sui cambiamenti di lungo periodo, ammettendo che accetterà il rallentamento ulteriore dell’economia.
In definitiva, il tapering giungerà più tardi del temuto. Ma al contrario dell’opinione comune, pensiamo che ciò sarà negativo per il mercato, perché implicherà un’economia deludente, con conseguente revisione verso il basso dei profitti aziendali.

Presidente della Schaeffer's Investment Research, Inc, e autore di "The Option Advisor", un best seller nel settore delle opzioni, di cui esiste dal 1981 una newsletter omonima. Continua...