Miglior primo semestre dal 1999 per la Borsa Usa

- 29/06/2013
La volatilità tanto attesa per oggi è arrivata sui mercati finanziari, alla fine del secondo trimestre. Il ribilanciamento degli indici Russell, utilizzati come riferimento dai gestori di fondi, provoca forti movimenti soprattutto su alcuni titoli e di conseguenza vediamo gli indici passare più volte tra territorio positivo e negativo.
Nonostante i movimenti di oggi il bilancio per i listini resta decisamente positivo, ma il mese di giugno si conclude con un ribasso, il primo del 2013 che interrompe per lo S&P 500 la sequenza di 7 guadagni mensili consecutivi, la più lunga dal settembre del 2009. Peter Cardillo, Chief Market Economist per Rockwell Global Capital, attribuisce i guadagni di questa settimana alla politica della Federal Reserve e in particolare dalle dichiarazioni giunte in questi giorni dai vari esponenti della banca centrale per calmare il mercato e alleviare l’effetto dei timori per un’imminente revisione delle operazioni di stimolo per l’economia. Secondo quanto ha indicato il Presidente della Fed di Richmond, Jeffrey Lacker, la banca centrale non ridurrà gli stimoli prima della fine dell’anno o l’inizio del 2014. Commento che contrasta con quello che era arrivato dal Governatore Jeremy Stein che ha ipotizzato per settembre l’inizio della fase di rallentamento elle operazioni di stimolo per l’economia. Commento che aveva provocato un pò di incertezza sui mercati.
Secondo Peter il mercato ha reagito alle indicazioni della Federal Reserve in maniera eccessiva. Dagli ultimi dati economici emerge ancora un quadro economico debole e contrastato. Ad esempio questa mattina, ricorda Peter i dati MNI di Chicago hanno confermato lo scetticismo e la cautela dei responsabili acquisti mentre l’indice sulla fiducia dei consumatori ha confermato ancora la sua forza arrivando sui massimi di 6 anni. I dati importanti arriveranno la prossima settimana, quelli sull’occupazione, e secondo Peter vedremo una creazione di 168 mila nuovi posti di lavoro e un tasso di disoccupazione in calo al 7,5%. Una crescita di occupazione ancora lenta quindi e che non porterà per ora la Fed a cambiare il suo messaggio. La banca centrale è stata molto chiara fino a questo punto, tutto dipenderà dai prossimi dati economici, non è ancora stato deciso niente in materia di riduzione delle operazioni di acquisto di bond.
Una Federal Reserve molto trasparente che ha puntato molto sulla comunicazione con investitori, mercati e cittadini. Comunicazione che però provoca una reazione decisa sui mercati come è accaduto in queste settimane. Il mercato obbligazionario, nota Peter, per 3-4 anni è rimasto sui minimi storici – in termini di rendimenti – e una reazione nervosa come quella che abbiamo notato dopo la riunione della Fed non è stata una sorpresa. Peter ritiene che il mercato si adatterà dopo una reazione eccessiva e si aspetta rendimenti per il decennale in settembre al 2,2%. Quindi il mercato azionario tornerà a muoversi entro una banda di oscillazione tra l’1% e il 3% aggiunge Peter.
Il Wall Street Journal ieri ha riferito che la Casa Bianca sta lavorando ad una lista di successori di Ben Bernanke. Non sappiamo ancora ufficialmente se Bernanke lascerà la sua poltrona ma le speculazioni circolano da mesi sulla sua partenza. Secondo Peter Bernanke verrà rimpiazzato con una persona che condivide le sue idee in termini di politica monetaria. Si parla dell’attuale Vice Presidente della Fed Janet Yellen come possibile successore a Bernanke. Questo è il mio articolo del 21 maggio sul tema.
* Lina Cagossi è video blogger @insidetheexchange.com.