Non è il solito ciclo restrittivo (III Parte)

- 14/01/2016
Ora che la Fed ha avviato il suo ciclo restrittivo, mentre il resto del mondo è impegnato in una politica monetaria espansiva, assisteremo ad una divergenza di regimi monetari fra USA e mondo. Ciò indurrà probabilmente il calo dei tassi di interesse e delle valute dei nostri partner commerciali, mentre allo stesso tempo essi saliranno in America. Puntualmente si presenteranno le pressioni sul settore manifatturiero e ciò spingerà gli Stati Uniti in recessione, mentre i nostri partner cercheranno di tirarsi fuori dalle secche. E il settore manifatturiero è per noi importante perché ha fornito tanti impieghi qualificati al nostro Paese.
Tutto ciò andrebbe bene, se la prima economia mondiale tirasse fuori il resto del mondo dalla crisi, come fecero gli Stati Uniti nel 2007 e nei primi mesi del 2008 prima del crollo del settore immobiliare. Senza dubbio le bolle del settore tecnologico a fine anni Novanta, del real estate nel 2007 e delle banche centrali negli anni recenti, hanno avuto ripercussioni globali.
Crediamo fortemente che la Fed sarà biasimata per la bolla delle banche centrali in cui ci siamo cacciati. Dopotutto, fu la Fed di Greenspan che alimentò la bolla delle quotazioni azionarie fino al 2000, e fu la stessa Fed, con il tagliò dei tassi di interesse fino all’un percento a giugno 2003 a favorire il decollo delle quotazioni immobiliari. Quando il mercato del credito e immobiliare è imploso nel 2007-2008, facendoci precipitare nella Grande Recessione, la Fed intervenne per prevenire un collasso e una grave depressione economica. Le misure intraprese, negli Stati Uniti e nel resto del mondo, possono aver prodotto effetti collaterali più gravi di quelli che condussero alla bolla delle dot come e a quella del settore immobiliare.
Un altro motivo per cui siamo scettici circa la capacità dell’economia USA di evitare una recessione nell’anno corrente è a causa dell’ampiezza di mercato così contenuta. Tutti i guadagni di borsa sono stati prodotti praticamente dalle prime dieci società per capitalizzazione, ma ciò non è sufficiente ora a compensare le perdite prodotte dalle restanti 490 società dello S&P. E non facciamo mistero di essere preoccupati dalle obbligazioni assunte dal settore pubblico: previdenza e sanità, in modo particolare. Agli occhi della Fed è stato fatto tutto il possibile per far risorgere l’economia USA, ma i bassi tassi di interesse non hanno fatto altro che incoraggiare ulteriore indebitamento, e in ultima analisi provocheranno una distruzione colossale di ricchezza.
L’ultima volta che la Fed ha aumentato i tassi partendo da livelli molto depressi come quello corrente, risale al 1937: e da lì ricademmo in recessione.