Pianeta America
Notizia bomba: le borse sono sopravvalutate. Ora!

La borsa americana è sopravvalutata. Lo sappiamo: è un'etichetta che su Wall Street è appiccicata da tempo. Forse da non meno di una decina d'anni. Tutti coloro che hanno volutamente perso tutti i treni partiti dalle stazioni del bull market, come nella favola della volpe e dell'uva hanno denunciato la scarsa appetibilità di quello che nel tempo si è rivelata l'esperienza rialzista più esaltante di una generazione; e forse non soltanto quella.
Per cui scivolano via queste denunce, se provenienti da chi in questi dodici anni non ha fatto grande sfoggio di acume tecnico. Diverso se una condizione di eccesso è segnalata da chi dal 2009 in avanti è rimasto in groppa al Toro, portando a casa plusvalenze e benefici.

Per giudicare la valutazione di un mercato, ci serviamo di un algoritmo che combina la volatilità di tutte le borse mondiali, con i parametri fondamentali di lungo periodo dei listini azionari. Il V2i può essere scomposto in cinque quadranti, a seconda del posizionamento rispetto ad un livello di partenza (0.7 volte) e successivi multipli: sotto 0.7 (mercati fortemente sottovalutati), fra 0.7 e 1.4 (borse sottovalutate); fra 1.4 e 2.1 (condizione neutra), fra 2.1 e 2.8 (mercati sopravvalutati) e oltre 2.8 (borse fortemente sopravvalutate).
Ad evidenza, i minimi primari di mercato degli ultimi vent'anni (2002, 2009, 2011 e 2020) sono stati conseguiti con un V2i inferiore a 0.7. Di converso, un V2i superiore a 2.8 ha anticipato il momento opportuno per passare alla cassa.
Questo mese il V2i è uscito dalla zona neutra, per entrare nello stadio che definisce una moderata sopravvalutazione. Proprio così: per la prima volta dalla fine del 2019, la borsa non è più quotata ragionevolmente. Questo però non autorizza ancora a vendere: i rischi ci sono, risultano maggiori di quelli fino ad ora affrontati, ma non sono ancora tali da ignorare i potenziali benefici.
Soltanto un V2i superiore a 2.8 (dal corrente 2.3) indurrebbe a tagliare drasticamente l'esposizione al rischio. Un transito possibile, probabile quest'anno, anche se ulteriori aumenti delle quotazioni azionari si renderanno necessari, prim di conseguire questa condizione di eccesso.

Charles L. (Charlie) Minter è uno dei fondatori della Comstock Partners, Inc., una società costituita nel 1986 e attiva nelle gestioni patrimoniali. Continua...