Pianeta America
Occhi puntati sul Goldman Sachs

Negli Stati Uniti, quando si parla di finanza, si pensa subito a Goldman Sachs. La banca d'investimento americana è il riferimento obbligato: le si potrebbe applicare l'assioma una volta impiegato per IBM: quando sta bene IBM, sta bene l'intera economia.
Difatti quando GS soffre in borsa, invia segnali che sarebbe sempre opportuno non trascurare. Dal 2000 in avanti una performance su base annuale negativa da parte della banca in questione, è sempre coincisa con l'inaugurazione di una recessione ufficiale negli Stati Uniti; ovvero con una crisi economica localizzata nel resto del mondo, ma di rilevanza comunque globale: la crisi dell'euro esplosa all'inizio dello scorso decennio, la recessione "nominale" del 2015-16 e il rallentamento globale del 2018-19.

A marzo, con il tonfo delle quotazioni di Goldman, la variazione annuale dei prezzi era scivolata in territorio negativo. Il recupero prodigioso dell'ultima settimana di quel mese ha sospinto il dato oltre la linea dello zero, e il rally di aprile-maggio ha collocato la performance a dodici mesi in una posizione di conforto. Bene.
Ma le quotazioni non hanno fatto altro che prodursi in un pullback della trendline ascendente, che partiva dal 2008, e che a marzo è stata violata: per il momento irrimediabilmente. Se, come suggerirebbe l'analisi tecnica, da qui le quotazioni dovessero tornare a scendere, la performance annuale di Goldman Sachs rischierebbe di tornare in territorio negativo, segnalando nuovi guai per l'economia americana e globale.

Classe 1971, laurea cum laude in Economia e Commercio con una tesi di laurea sull'analisi tecnica dei titoli di borsa, si interessa da oltre venticinque anni di tecniche di analisi dei mercati finanziari. Continua...