Pianeta America
Rallenta il boom dell'inflazione: effetti per Wall Street?

Prima spiragli di raffreddamento della dinamica dei prezzi al consumo negli Stati Uniti. L'indice generale fa registrare ad aprile una variazione del +8.2% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, in lieve calo rispetto al +8.65% di marzo. Resta da stabilirsi se si tratti di un mero assestamento, o delle avvisaglie di una inversione di tendenza. E di quanto possa spingersi verso il basso il CPI.
Questo rileva anche per le sorti del mercato azionario americano. Dal 1950 ad oggi disponiamo di ben pochi precedenti analoghi a quello recente. A marzo l'indice USA dei prezzi al consumo ha conseguito uno scostamento pari a 6 punti percentuali rispetto alla media degli ultimi cinque anni. Prima d'ora solo altre due volte l'inflazione americana ha conosciuto una analoga accelerazione: a fine 1974 e ad inizio 1980.

In ambo i casi la crisi petrolifera indotta dall'embargo dell'OPEC nei confronti dell'Occidente, si intrecciava con una politica fiscale e monetaria accomodanti. Singolare però appare la reazione che si manifestò del mercato azionario: con lo S&P500 che, giusto in concomitanza con il raggiungimento di un simile livello relativo, conosceva un minimo dal quale ripartiva brillantemente.
Al di là della esiguità della casistica riscontrata, che induce a moderare qualsiasi slancio; non sfugge come, nel primo caso si proveniva da un devastante bear market che livellò il campo di gioco, favorendo la successiva reazione. Mentre nel secondo caso il mercato era pur sempre reduce da un aggiustamento - soprattutto reale - pressoché decennale: ben poca cosa rispetto ai quattro mesi di correzione recentemente registrati da Wall Street.

Presidente della Schaeffer's Investment Research, Inc, e autore di "The Option Advisor", un best seller nel settore delle opzioni, di cui esiste dal 1981 una newsletter omonima. Continua...