Pianeta America
Ribassisti come non mai! (I Parte)

Un nostro lettore di recente ha chiesto se per caso stessimo gettando la spugna. Si faceva riferimento al fatto che da tanti anni siamo bearish sul mercato azionario. Per citare Bob Dylan, «The times they are a changin’»: ma per i Tori, non per noi! Restiamo nel campo dei ribassisti, così come lo siamo stati in passato. E oggi vogliamo fare il punto della situazione.
Partiamo con quella che riteniamo sia la scintilla che ha attivato i più devastanti bear market della storia, quando si manifestano. Dalla Grande Recessione in poi, le più grandi banche centrali al mondo hanno espanso i propri bilanci ad un ritmo travolgente, stampando moneta come mai è stato fatto nel passato. Benvenuti nell’era del Quantitative Easing: Federal Reserve, Banca Centrale Europea, Bank of Japan, Bank of England hanno acquistati letteralmente trilioni di dollari in titoli di Stato e assimilabili. La BCE ha acquistato anche larghe quantità di corporate bond, mentre la BoJ ha sconfinato nel mercato azionario tramite gli ETF. E, allo stato attuale, non hanno ridotto nemmeno di un centesimo i propri bilanci: una impresa che si rivelerà impossibile, senza che si manifestino contraccolpi negativi per i mercati finanziari. Se il Quantitative Easing è il diretto responsabile della formazione della bolla in cui viviamo, è facile comprendere che il suo smantellamento provocherà effetti potenzialmente devastanti.
Un effetto del QE è stata la compressione dei tassi di interesse su livelli ben più contenuti rispetto a quelli che altrimenti avremmo raggiunto. Nel caso dell’Europa e del Giappone i rendimenti sono diventati addirittura negativi: è la prima volta, nella plurisecolare storia dei mercati finanziari. Una evidente “punizione” per i risparmiatori, che di riflesso ha prodotto una rivalutazione estrema del mercato azionario e anche di quello obbligazionario, con gli investitori sempre più alla caccia forsennata di rendimento da portare a casa ad ogni costo.
Ma esattamente di quanto sono sopravvalutati i mercati? Iniziamo dalla borsa americana: negli ultimi dodici mesi, i profitti riportati producono un multiplo di quasi 24 volte. A titolo di confronto, nel 2007 il Price/Earnings raggiunse le 19.4 volte. Certo, ai tempi della bolla da new economy il P/E fu massicciamente più elevato, ma altre metriche, come il rapporto fra quotazione di borsa e fatturato, si colloca su livelli estremi.

Un operatore professionale da molti anni attivo sui principali mercati finanziari mondiali. Continua...