Segnali di allerta di breve periodo?

- 04/03/2013
Nelle ultime settimane, abbiamo enfatizzato il fatto che l'ottimismo sta alimentando il rialzo delle quotazioni di mercato, con gli indici alle prese con le cifre tonde; in particolare, quota 14000 per il Dow Jones e quota 1500 per lo S&P: ciò potrebbe agevolare una temporanea pausa. Il mercato cerca di migliorarsi, ma lo fa in modo scomposto, con la volatilità storica sullo S&P che sta ora salendo dal minimo al 5.54% di fine gennaio al recente 12.85%. Lo S&P ha appena sperimentato il primo ripiegamento dell'anno: un calo di quasi il 3% dal 19 al febbraio, complici anche le reiterate preoccupazioni europee. Per il momento il calo è stato di corto respiro, mentre il successivo rimbalzo non è stato ostacolato dai tagli automatici scattati sulla spesa federale.
Se l'andamento di febbraio può suggerire qualcosa dell'andamento futuro, ci dovremmo aspettare un trading range nelle prossime settimane. Da quando il Dow Jones ha toccato quota 14000 punti il 1° febbraio, questa soglia è risultata interessata in 13 delle ultime 20 sedute, inclusa quella di febbraio.
Un altro aspetto degno di nota riguarda il fatto che l'andamento di questo scorcio iniziale d'anno è sovrapponibile a quello dello scorso anno: un rialzo poco volatile, alimentato dalle ricoperture. In ambo i casi, lo S&P ha trovato sostegno nelle medie mobile a 15 e 30 giorni. Anche a fine febbraio 2012 lo S&P ripiegò di una manciata di punti percentuali, prima di ripartire. Da questo punto di vista, uno spunto oltre i 1531 punti accantonerebbe questo pattern e condurrebbe ad una continuazione del rialzo. Al contrario, qualora lo S&P dovesse penetrare il minimo della scorsa settimana a 1485 punti, ciò suggerirebbe ulteriore debolezza, e la continuazione dello schema visto l'anno passato.
Da notare anche l'andamento del VIX. L'indicatore di volatilità ha culminato più volte l'anno scorso una volta distanziatosi del 50% dai minimi. Un comportamento difficile da spiegare in modo razionale: è come se chi compra coperture, si astenesse dal farlo quando la volatilità sale fino a questo limite, facendo venire meno gli acquisti e contribuendo al ridimensionamento successivo della volatilità. La scorsa settimana invece il VIX si è mosso su livelli pari al 50% di ritracciamento del rialzo dal minimo di inizio anno.
La previsione di breve periodo è incerta: gli investitori apprezzano la possibilità di comprare sui ripiegamenti, e lo S&P ha una struttura tecnica benigna intatta. Ma il sentiment ha raggiunto livelli elevati, e le small cap hanno vistosamente sottoperformato di recente (il mercato tende ad essere forte quando la leadership si poggia sulle piccole e medie capitalizzazioni).
Lo scenario di medio e lungo periodo continua ad apparire favorevole, con gli scettici dissuasi dal basso livello del VIX, dai bassi volumi e dall'andamento della raccolta netta dei fondi. Ma questi sono timori in essere da quattro anni, e la bassa volatilità può rimanere tale per lungo tempo, senza contare che a gennaio la raccolta netta dei fondi azionari ha fatto per la prima volta registrare una significativa inversione di tendenza.
* Todd Salamone per Schaefferresearch.com