Pianeta America
Terza settimana positiva di fila a Wall Street

Terza settimana consecutiva di rialzi per gli indici di Borsa americani che hanno chiuso venerdì contrastati ma hanno accumulato nelle ultime cinque sedute abbastanza terreno per registrare un bilancio positivo. è stato difficile venerdì per gli investitori trovare un motivo valido per superare i record delle sedute precedenti e i dati sull’occupazione hanno fornito solo una leggera spinta.
L’economia americana ha creato ad ottobre meno posti di lavoro del previsto, 214 mila contro i 230-240 mila calcolati in media dagli economisti. Il tasso di disoccupazione è sceso a sorpresa al 5,8%, i minimi di sei anni, per effetto della creazione di occupazione temporanea in previsione della stagione delle feste. Indicazioni migliori arrivano dai mesi precedente con il governo che ha rivisto al rialzo il numero di posti creati in settembre e in agosto.
Il rapporto sull’occupazione di ottobre appare tra i più interessanti e puliti di altri, secondo Peter Cardillo, Chief Market Economist per Rockwell Global Capital, con il tasso di partecipazione finalmente in aumento e un netto incremento dei salari.
Dati che confermano quantomeno la resistenza dell’economia americana, che non ha subito per ora gli effetti del raffreddamento dell’espansione globale.

L’esito delle elezioni di midterm ha allontanato incertezze ed ha rassicurato gli investitori, forse in parte perché una maggioranza repubblicana in Congresso potrebbe supportare delle politiche pro business e facilitare un ritocco di Obamacare, entrambi fattori in grado di aiutare il mercato e l’economia, sottolinea Peter.
Secondo le statistiche il mercato azionario riceve solitamente una spinta dalle elezioni per il rinnovo del Congresso. Negli ultimi 65 anno il quarto trimestre di un anno di elezioni midterm lo S&P 500 ha guadagnato in media l’8%. Peter non esclude che possa accadere e stima per lo S&P 500 da qui alla fine dell’anno il raggiungimento di 2050 e poi subito 2100.

La spinta è stata meno decisa invece dopo le indicazioni di Mario Draghi successive alla riunione della Bce. Secondo Peter si tratta di sfiducia da parte dei mercati che aspettano delle azioni concrete da parte della banca centrale, forse simile a quella recente della banca del Giappone. Secondo Peter il problema della Bce è la difficoltà di implementare un possibile QE, simile a quello implementato dalla Fed, data la differente struttura delle due banche centrali e l’assenza in Europa di bond comuni a tutti i Paesi dell’unione monetaria.

Per la prossima settimana non sono previsti tanti eventi importanti, sarà scarsa di dati economici e la stagione degli utili è ormai alla fine. Vedremo secondo Peter un mercato che si basa su livelli tecnici e quindi sarà un mercato che oscilla sui livelli attuali. Peter si aspetta un trading range molto limitato tra l’1,5% e il 2%.

* Lina Cagossi è video blogger @insidetheexchange.com.
 

 

Un operatore professionale da molti anni attivo sui principali mercati finanziari mondiali. Continua...