Pianeta America
Tornano le vendite, risk-off a Wall Street

Seduta di ribassi a Wall Street con le vendite che tornano a concentrarsi sui titoli a minore capitalizzazione e su quelli del settore Internet. L’economia torna in primo piano con la possibilità di un intervento di stimolo dalla Cina che si allontana dopo i commenti del Ministro delle Finanze secondo cui non è questo il momento per intervenire. Nonostante le forti speculazioni relative ad una nuova fase di debolezza per il settore manifatturiero cinese che verranno evidenziate domani dal dato HSBC PMI. La conversazione quindi torna di nuovo sulle banche centrali, sottolinea Kenneth Polcari, direttore delle operazioni sul floor per O'Neil Securities, con la mancanza di nuovi stimoli che riporta nervosismo tra gli investitori. I mercati asiatici hanno reagito nella notte, deboli anche quelli europei (che ancora seguono le ripercussioni del referendum in Scozia) e qui negli Stati Uniti gli investitori abbandonano quei titoli ad alto rischio e restano ancorati a quelli sicuri (vedi le blue chips) e ai titoli di Stato. Lo S&P 500 sembra bloccato entro una banda di oscillazione tra la media a 50 giorni (1975) e i 2000 punti che sono diventati adesso area di resistenza. Sarà così ancora per le prossime due settimane, dice Kenny, fino all’inizio della stagione di trimestrali.

Intanto questa settimana il mercato seguirà con attenzione non solo i dati economici che saranno pubblicati nei prossimi giorni ma anche i discorsi di alcuni esponenti della Federal Reserve, tra oggi e giovedì. Molto seguiti, sottolinea Kenny, non tanto dagli investitori a lungo termine, oramai preparati ad un cambiamento di politica monetaria, ma soprattutto dai traders che cercheranno tra le parole dei componenti della banca centrale dei riferimenti in grado di innescare maggiore volatilità sui mercati. Sarà interessante capire quali siano le diverse posizioni dei presidenti dei vari distretti della Fed, capire se siano in linea con quelli di Janet Yellen.
Il Presidente della Fed di New York William Dudley ha oggi confermato ancora che le decisioni di politica monetaria dipenderanno dai prossimi dati economici e che la banca centrale monitora eventuali segnali di una bolla speculativa perchè la stabilità finanziaria è una condizione necessaria per una efficace politica monetaria.
I dati di questa mattina intanto evidenziano ancora una certa debolezza con le vendite di case esistenti in calo inaspettato ad agosto e per la prima volta in cinque mesi e una flessione dell’attività’ manifatturiera nell’area di Chicago.

Il basso livello dei tassi di interesse preoccupa i Paesi del G20 che dall’Australia avvertono della possiblità di un aumento dei rischi sui mercati finanziari con i Governi che puntano sugli stimoli per incrementare la crescita. Concorda Kenny anche se sottolinea che, alla fine della fase di stimoli qui negli Stati Uniti e con prospettive di tassi di interesse bassi, resta da vedere se l’economia riuscirà a recuperare o se Janet Yellen dovrà trovare altri strumenti per supportarla. Continua invece il supporto di Bank of Japan e di Bce che portano all’apprezzamento del dollaro. Quindi un dollaro che resta forte solo per effetto dell’indebolimento di yen ed euro e non perché ci sia dietro la spinta dell’economia, un fattore che potrebbe provocare dei problemi in futuro se la congiuntura non migliorerà.

* Lina Cagossi è video blogger @insidetheexchange.com.
 

 

Un operatore professionale da molti anni attivo sui principali mercati finanziari mondiali. Continua...