Pianeta America
Trump e la crescita economica (I Parte)

Come tutti, dobbiamo ammettere di essere rimasti sorpresi dalla reazione benigna del mercato alla elezione a presidente degli Stati Uniti di Donald Trump. E non già perché crediamo che le politiche che adotterà la prossima amministrazione saranno meno orientate alla crescita della presidenza Obama o di quella Clinton. Al contrario. Le misure che saranno approvate risulteranno di gradimento da parte del mondo dell’industria e dei contribuenti. Il problema è che queste misure al contempo faranno salire in orbita il debito, e questa a nostro parere è la minaccia più significativa alla stabilità finanziaria degli Stati Uniti.

Da un lato, si scorge una serie di iniziative positive da parte della prossima amministrazione. Una lista non definitiva comprende la spesa per le infrastrutture, un aumento dei posti di lavoro derivante dagli stimoli fiscali, un aumento degli stanziamenti alla difesa, il ridimensionamento dell’Obamacare, una riduzione delle imposte per famiglie e imprese, una riduzione dell’eccesso di regolamentazione che sta strozzando alcuni settori come fra gli altri quello energetico; senza considerare il rimpatrio di capitali e profitti parcheggiato in particolar modo in Europa.
Dall’altro lato, non si può tacere sul proposito di irrobustire il muro al confine con il Messico, che provocherebbe tensioni e la riduzione dell’ingresso della manodopera non qualificata, la normativa sul salario minimo, che non solo risulta inflazionistica ma rischia di ridurre i posti di lavoro, la revisione dei trattati commerciali, l’imposizione di tariffe e dazi doganali e un’interferenza politica nell’operato della Federal Reserve.
Qui in basso proponiamo alcune statistiche, ricavate dal sito usdebtclock.org. Il confronto è fra i dati odierni e quelli di fine 2008. Lasciamo al lettore le residue considerazioni:

1)    Il debito pubblico è passato da 10.9 a 19.9 trilioni di dollari: un incremento dell’82.5%.
2)    Il PIL è passato da 14.1 a 18.7 trilioni, per un incremento del 32.6% (evidente la crescita del debito rispetto al PIL);
3)    Sebbene il debito pubblico sia ancora inferiore ai 20 trilioni di dollari, se considerassimo anche gli obblighi derivanti dai programmi dello stato sociale, l’esposizione complessiva supererebbe i 100 trilioni di dollari;
4)    Il debito pubblico, sommato a quello privato, è passato da 50.8 a 66.8 trilioni. In rapporto al PIL, il dato si attesta al 357%.

Classe 1971, laurea cum laude in Economia e Commercio con una tesi di laurea sull'analisi tecnica dei titoli di borsa, si interessa da oltre venticinque anni di tecniche di analisi dei mercati finanziari. Continua...