Pianeta America
Un mese da dimenticare per i money manager

Una combinazione d'altri tempi, a cui un'intera generazione è tutt'altro che abituata: nel mese passato sono scesi sia i mercati azionari, sia quelli obbligazionari. Negli Stati Uniti una canonica allocazione 60/40 (60% investito a Wall Street, 40% in Treasury a lunga scadenza) ha prodotto ad un certo punto una performance inferiore al -5%. Una rarità: prima d'ora occorrerebbe risalire a settembre dello scorso anno per ritrovare una performance grama analoga. Si vede che il fattore stagionale conta.

Il problema dei gestori è che una ritrovata correlazione diretta fra Equity e Bond, che salvo alcune temporanee eccezioni manca dalla fine degli anni Novanta; vanifica il principale strumento di copertura di portafoglio: i titoli di Stato, appunto. Fino ad ora i declini del mercato azionario, riflettendo l'emergere di pressioni deflazionistiche, erano in buona misura compensati da rialzi delle quotazioni obbligazionari (calo degli yield governativi). L'aumento dei tassi di interesse, riflettendo un'economia in salute, provocava certo minusvalenze sul reddito fisso, che erano però compensate dai guadagni sul mercato azionario (e da cedole dei bond non ancora disprezzabili).

Ora il paradigma che ha regolato l'ultimo quarto di secolo sembra stia svanendo. Impressionante la sovrapposizione fra S&P500 e Treasury nei giorni recenti.
Non sappiamo se la performance grama del mese scorso si ripeterà. Certo è che ha inviato ai money manager un messaggio, da decifrare e contabilizzare adeguatamente...

Presidente della Schaeffer's Investment Research, Inc, e autore di "The Option Advisor", un best seller nel settore delle opzioni, di cui esiste dal 1981 una newsletter omonima. Continua...