Un poderoso segnale bullish di lungo periodo

- 17/07/2019
Per la serie "Come siamo arrivati a 3000 punti", ecco un altro indicatore - intermarket - che in tempi non sospetti ha segnalato la possibilità che il mercato azionario americano decollasse. Eravamo ad inizio 2017, lo S&P500 raggiungeva un nuovo massimo storico a 2300 punti, eppure l'entusiasmo tardava a manifestarsi: addirittura gli Orsi, stando al sondaggio settimanale di AAII, superavano abbondantemente il 45% del campione complessivo. Ricorda qualcosa?
All'epoca c'era un parametro che suscitava maggiore attenzione: l'andamento degli spread creditizi. A gennaio 2017 il tasso di variazione annuale del differenziale di rendimento fra corporate bond high yield e Treasury, scendeva sotto il 50%. Proprio così: lo spread si era dimezzato rispetto a dodici mesi prima. Una circostanza eccezionale, ma non senza precedenti.
L'aspetto più intrigante della vicenda, è che i precedenti analoghi storicamente hanno sempre preannunciati ulteriori rialzi per gli anni successivi. Così è stato: da 2300 punti di gennaio 2017, siamo saliti sopra i 3000 punti due anni e mezzo dopo. E sembra ci sia ancora spazio verso l'alto. Perlomeno dal punto di vista temporale, data l'estensione dei movimenti azionari sperimentati in seguito alle precedenti compressione dello spread HY.